Kazuo Ishiguro, un Nobel per la letteratura che sa di cinema

È lo scrittore di origini giapponesi Kazuo Ishiguro il vincitore del premio Nobel per la letteratura 2017. Stretto il suo rapporto col cinema, a cominciare dal suo capolavoro, “Quel che resta del giorno” da cui James Ivory ha tratto l’omonimo film. “La sua scrittura è una miscela tra Jane Austin e Franz Kafka, a cui va aggiunto qualcosa di Marcel Proust”…

È un Nobel per la Letteratura che sa tanto di cinema quello 2017. A vincerlo, infatti, è lo scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Ishiguro, considerato tra i più grandi autori di lingua inglese del secondo dopoguerra che si è affermato a livello mondiale col romanzo Quel che resta del giorno (1989), dal quale James Ivory ha tratto l’omonimo film del ’93 con Anthony Hopkins nei panni del silenzioso maggiordomo di campagna, nell’Inghilterra a cavallo tra i Venti e i Trenta.

Un sodalizio quello col regista inglese proseguito con La contessa bianca, film del 2005 di cui Kazuo Ishiguro firma la sceneggiatura ambientando la storia d’amore tra una nobile russa decaduta e un ex diplomatico americano (Natasha Richardson e Ralph Fiennes) nella Shanghai degli anni Trenta, con l’invasione nipponica alle porte.

Da sceneggiatore, ancora, è nei credits di La canzone più triste del mondo, commedia grottesca sull’America del proibizionismo firmata dal canadese Guy Maddin nel 2003. Mentre è del 2010 un nuovo adattamento da un suo romanzo: Non lasciarmi per la regia di Mark Romanek, ambientato in un’Inghilterra del futuro, distopica e crudele, in cui vivono dei ragazzi particolari nel ruolo infelice dei “donatori”. Il libro, uscito nel 2005, è diventato subito un best seller, inserito da Time nella lista dei 100 migliori romanzi in lingua inglese pubblicati dal 1923 al 2005.

Dopo Non lasciarmi sono seguiti per Ishiguro dieci anni di silenzio, fino all’atteso ritorno con Il gigante sepolto, nel 2015,  pubblicato in Italia da Einaudi come tutti i suoi libri. Una storia ambientata nella Britannia del V secolo, tra orchi e persnaggi fantastici, dove troviamo anche Re Artù, Beowulf, Tolkien. E di cui si attende ancora un adattamento cinematografico, poiché all’uscita del libro il produttore hollywoodiano Scott Rudin, aveva opzionato i diritti.

Sessantadue anni, nato a Nagasaki, Kazuo Ishiguro si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. E insieme a Salman Rushdie e Hanif Kureishi, fa parte del gruppo di scrittori di origini asiatiche, che tanto hanno contribuito al rinnovamento della  letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d’origine.

“La sua scrittura è una miscela tra Jane Austin e Franz Kafka, a cui va aggiunto qualcosa di Marcel Proust, infine il tutto va agitato senza esagerare”, ha spiegato dopo l’assegnazione la segretaria dell’accademia del Nobel, Sara Danius.

Lo scorso anno, tra molte polemiche, il premio Nobel per la letteratura è andato al musicista Bob Dylan.