“La bella gente”, un film da leggere e da vedere

Finalmente in sala il bel film di Ivano De Matteo del 2009, che in Francia circolò con successo, ma da noi  rimase nel cassetto. E in libreria la sceneggiatura di Valentina Ferlan, edita dalla giovane Ned edizioni di Pier Paolo Mocci che ci racconta la nuova avventura editoriale…

_DSC9752Film da leggere. A riprova dei molteplici intrecci tra cinema e letteratura. L’idea è venuta a Pier Paolo Mocci, un passato da giornalista cinematografico per una grande testata romana, ed oggi editore con la neonata Ned. Piccola casa editrice indipendente votata a scandagliare tutto il possibile dietro le quinte del mondo del cinema: sceneggiature, story-bord di registi, attori, produttori, bozzetti, appunti sparsi, fotografie dei set.

Insomma tutto quello che c’è dentro e fuori la preparazione di un film. Come nel caso della prima uscita della collana “Cinema da leggere”: la sceneggiatura de La bella gente firmata da Valentina Ferlan, il film di Ivano De Matteo, finalmente in sala dopo una lunga serie di traversie dal sapore tutto kafkiano che meriterebbe effettivamente, non solo un libro, ma un film nel film come racconta lo stesso regista nell’introduzione. Stiamo parlando, infatti, di una pellicola del lontano 2009, quando per l’autore e attore romano i successi de Gli equilibristi e I nostri ragazzi erano ancora di là da venire.

Fatto sta che La bella gente una volta girato e nonostante il finanziamento pubblico, restò “priogioniero” del distributore italiano, mentre in Francia trionfava ai festival e conquistava il pubblico delle sale. Ma non basta:  quando Ivano De Mateo, visto lo stallo, decise di presentarlo al Valle Occupato, si ritrovò i carabinieri ad interrompere la proiezione più una denuncia da parte del distributore suddetto, con tanto di sequestro del film. A quel punto scoppiò il caso, con relativi titoloni sui giornali, a cui seguirono una nuova proiezione al Valle con file chilometriche fuori dal teatro. Fino all’intervento del Mibact che riuscì a “liberare” la pellicola e, finalmente, oggi, farla arrivare in sala (per l’Istituto Luce) e mostrare anche al pubbblico italiano questa folgorante fotografia della borghesia italiana di sinistra, colta nelle sue più profonde contraddizioni ed ipocrisie.

Una storia molto italiana, insomma, che certo non è sfuggita – neanche ai tempi quando la seguì da cronista – a Pier Paolo Mocci con la quale ha deciso di inaugurare, appunto, la sua collana “Cinema da leggere”. “Quando ho proposto ad Ivano De Matteo – racconta – l’idea del libro ufficiale del film, l’ha accolta con grande entusiasmo e disponibilità”.

Così si è aperta per Mocci una nuova avventura, o meglio  “il piano B” della sua vita che “augura a tutti”, tutti quelli – lo diciamo noi – che riescono ancora a farsi guidare dalle passioni, andando controcorrente persino nel difficilissmo mondo editoriale, in crisi come tanti altri.

Nell’era dei blog, degli ebook e dei social media la Ned edizioni, infattti, parte in corsa puntando sulla carta stampata. Follia, diranno in molti, ma non per il giovane (classe 1980) e caparbio neo editore: “Ogni anno in Italia ci sono due milioni e mezzo di accaniti lettori che frequentano le librerie – dice – . Un mercato di nicchia, certamente, ma comunque uno spiraglio”.

Del resto la Ned edizioni ha cominciato da una particolare gavetta: libricini pubblicitari aziendali. “Ho passato tanti anni a sentire i racconti scemi delle attrici – prosegue Mocci – perché non ascoltare quelli di commercianti, ristoratori o artigiani e buttare giù le loro storie per farne opuscoli pubblicitari? L’idea ha funzionato e mi permette di mandare avanti la casa editrice”.

Poi è venuta la voglia di mettere a frutto le conosce maturate negli anni del mondo dello spettacolo. Un primo libro lo scorso maggio  a firma di Orietta Cicchinelli (La Madre) con la prefazione dell’attore Maurizio Battista.  E adesso la collana “Cinema da leggere” che Mocci intende come un “servizio di supporto al lettore, ma anche e soprattutto all’industria cinematografica, per la promozione del film”.