All’assalto (e sfruttamento) di Marte. I nuovi invasori (privati) tra realtà e fiction

Mars” serie tv National Geographic del 2016 disponibile su Netflix.  Un totale di 12 episodi a partire dal libro, “How We’ll Live on Mars” di Stephen Petranek sulla conquista di Marte, lo sfruttamento delle sue risorse e la futuribile, ma non troppo, terra-formazione. L’assalto al cielo di Marte, infatti, sta appena ripartendo davvero in una gara tra stati (Usa, Cina, India e altri) e privati: Elon Musk e Jeff Bezos in testa. Mercoledì 27 maggio il magnate di Pay Pal (Musk) lancerà nello spazio la navicella Crew Dragon, pagata in parte dalla Nasa, per il servizio di taxi cosmico. Vi sembra ancora fantascienza?

Se volete sapere come andrà a finire – o perlomeno farvene un’idea – guardatevi le due stagioni della serie tv Mars (Netflix). Parliamo della conquista di Marte, dello sfruttamento delle sue risorse e della futuribile, ma non troppo, terra-formazione (o terra-deformazione?). Insomma dell’assalto al cielo – o meglio al pianeta rosso – che sta appena ripartendo in una gara tra stati (Usa, Cina, India e altri) e privati: Elon Musk e Jeff Bezos in testa.

Ma prima di mettere piedi (e mani) su Marte, i piedi bisognerà posarli saldamente sulla Luna che servirà da base di lancio verso Marte. Intanto, mercoledì 27 maggio (22.33 ora italiana), ad assicurarsi, per così dire, un «diritto di prelazione» – con il nuovo lancio dalla rampa 39 del Kennedy Space Center della navicella Crew Dragon con a bordo i due astronauti americani, Robert Behnken e Doug Hurley, per un volo che raggiungerà la stazione spaziale ISS – ci prova il magnate Elon Musk (sudafricano, nato a Pretoria nel 1971, cittadinanza canadese e poi naturalizzato in Usa) fondatore di un bel po’ di imprese e progetti che vanno dalla Tesla a Pay Pal, dal trasporto superveloce Hyperloop a SpaceX la corporation che lo porterà nello spazio e con la quale vorrebbe dare accesso universale a Internet attraverso il sistema di satelliti Starlink.

I dettagli dell’impresa li trovate ampiamente sui media e, se volete, potrete seguirla in diretta sull’Official Stream della Nasa. Già, perché è la Nasa – dopo 9 anni dall’ultimo Space Shuttle – che targa l’impresa, ma solo in parte, visto che l’Ente spaziale americano ha pagato a Elon Musk la cifra di 2,7 miliardi di dollari per la realizzazione della navetta e del servizio di taxi cosmico. Navetta e primo stadio del razzo Falcon 9 che la porterà in orbita, infatti, hanno la caratteristica di poter rientrare sulla Terra ed essere quindi riutilizzati, con un bel risparmio di dollari.

Torniamo a Netflix, un’altra impresa privata, che su Marte, però, c’è già arrivata con le sue navicelle seriali. Mars, appunto, prodotta da National Geographic, nel 2016, per due stagioni e un totale di 12 episodi. Basata sul libro del 2015 How We’ll Live on Mars di Stephen Petranek, la serie è un felice mix di fiction e documentario, basato su interviste ai veri protagonisti nella realtà. A cominciare da Elon Musk, passando per scienziati, tecnici, astronauti e l’autore stesso del libro. La storia è alternata tra gli anni 2016, 2033 e oltre, e le interviste spiegano gli eventi futuri che vedrete accadere nella fiction.

Se la prima serie affronta il lancio, il viaggio di sei mesi e la discesa su Marte (con un bel po’ d’inconvenienti, errori e incidenti luttuosi che non spoileriamo), la seconda si sposta qualche anno più in là nel futuro per seguire una seconda spedizione che sbarcherà sul pianeta rosso. Lo farà, non soltanto per raggiungere e dare il cambio alla prima, ma con altri scopi, ben diversi e contrastanti con quelli scientifici e «disinteressati» della prima spedizione avvenuta sotto l’egida della IFMS (una sorta di Nasa statale e internazionale). A guidarla, questa volta, sono uomini e donne della LUKRUM (nome omen) una società privata che vuole lucrare sui ricchi profitti che potranno derivare dallo sfruttamento delle risorse.

Oltre alle interviste di cui abbiamo detto, si aggiungono quelle ad alcuni esponenti dei movimenti ambientalisti (Greenpeace in testa) e parecchie immagini di repertorio che mostrano manifestazioni e blitz in difesa dell’ambiente; ammonendo su un probabile e analogo sfruttamento (e inquinamento/distruzione) di Marte.

A produrre gli episodi sono due nomi di tutto rispetto come Ron Howard e Brian Grazer; gli attori non notissimi se la cavano ma su tutti, spicca Jihae Kim, cantante e attrice sudcoreana, che impersona la comandante Hana Seung. Il tutto è godibile e istruttivo.

Piccola notazione 1. Se guardate i modelli dei razzi progettati dalla Space X (quelli veri e quelli ricostruiti nella fiction) noterete che, rispetto al design spaziale al quale ci eravamo abituati, dall’Apollo in poi, sembra di essere tornati a forme retrofuturiste degli anni Cinquanta. Non è un caso se le sequenze che si svolgono a bordo della navicella Daedalus mostrano degli interni più simili a quelli di Star Trek che a quelli di Star Wars; o, addirittura, ricordano il celeberrimo razzo bianco e rosso su cui volò Tintin.

Piccola notazione 2. A portare gli astronauti Robert Behnken e Doug Hurley sotto la rampa di lancio sarà una fantastica auto uscita dalla fabbrica di Elon Musk, una Tesla. Che prende nome, come saprete, dall’inventore Nikola Tesla. Tesla, fu interpretato nel bellissimo film The Prestige (2006, regia di Christopher Nolan) da David Bowie. E il genio Bowie – che se fosse vivo si sarebbe certamente prenotato per uno dei prossimi voli spazial-turistici di Musk – è autore di quel capolavoro che s’intitola Life on Mars? (1973).