In classe 15 anni dopo all’esame di riparazione della vita. Il film-esperimento che colpisce al cuore

Uscita evento (per Desir) il 22-23-24 novembre di “L’acqua, l’insegna la sete – Storia di classe”, emozionante film di Valerio Jalongo. Una classe “difficile” seguita per 5 anni e poi ritrovata 15 anni dopo. Nel rivedere o nel rileggere la loro vita passata, gli studenti si trovano di fronte a una specie di esame di riparazione. Confrontandosi con lo struggente verso di Emily Dickinson che rivela come soltanto la vita sia in grado di insegnarci il valore delle cose …

Provate a mettere in mano una videocamera, durante le ore di lezione, ai ragazzi di una scuola “difficile” di un quartiere popolare di Roma. Provate poi a incontrare gli stessi ragazzi quindici anni dopo, a mostrare loro le immagini che avevano girato, a far loro rileggere i temi che avevano scritto, a seguirli per qualche tempo nelle loro nuove esistenze e a metterli a confronto con quelle di prima.

Risultato: un film di straordinaria potenza su ciò che rappresenta la scuola e ciò che dovrebbe essere, sul mondo “a parte” dei professori, sulla periferia di una grande città dove di notte imperversano i graffitari, e soprattutto su loro, i ragazzi, protagonisti, autori, registi e attori che interpretano loro stessi.

Parliamo del film L’acqua, l’insegna la sete – Storia di classe di Valerio Jalongo, che esce nelle sale il 22, 23 e 24 novembre e poi si spera possa iniziare un lungo viaggio nelle scuole, a portare un forte messaggio pedagogico oltre che il suo valore artistico.

Il titolo trae ispirazione dal verso di una poesia di Emily Dickinson, sul cui significato profondo il professore protagonista del film, Gianclaudio Lopez, cerca di far convergere l’attenzione degli studenti, un gruppo di ragazzi in apparenza svagati, insofferenti, refrattari a ogni sforzo di apprendimento.

Il tutto è testimoniato dalla presa diretta – oltre agli studenti, lo stesso regista ha girato alcune scene vivendo in classe con loro per un certo periodo di tempo – di ciò che avviene lungo un intero anno scolastico, compresi i momenti di noia, i tentativi di coinvolgere i ragazzi e di stimolare la loro creatività, gli scherzi, gli intervalli tra una lezione e l’altra, gli amori e i tentativi di seduzione, le amicizie e gli abbracci virili, le timidezze, le interrogazioni, gli scrutini dei professori, la palpitazione davanti al tabellone dei promossi e bocciati.

Ritroviamo alcuni di loro quindici anni più tardi, ai giorni nostri. E qui interviene la penna della sceneggiatrice, Linda Ferri, che si è avvalsa della collaborazione dello stesso Lopez e di Jalongo per legare le storie di allora a quelle di oggi.

Il professor Lopez ormai in pensione raggiunge i suoi vecchi studenti nelle loro nuove abitazioni, e porta con sé i loro temi, a testimoniare ciò che erano o che avrebbero voluto essere. Annotazione a margine: nessuno dei ragazzi ha fatto il mestiere per il quale la scuola lo aveva preparato; un paio hanno tentato la strada del cinema (o dello spettacolo); solo metà di quella classe è stata ammessa all’anno successivo; e molti hanno abbandonato la scuola prima del tempo.

Chi è diventato mago prestigiatore che diverte i bambini, chi responsabile di una clinica per cani abbandonati, chi volontaria in una casa per anziani soli, chi precario a vita (indimenticabile la scena ripresa dal vero in un ufficio Inps, in cui l’impiegata gli annuncia la cifra che riscuoterà a titolo di pensione: 7 euro), chi addetto alla potatura degli alberi, chi padre di una bambina che sta per affrontare il dramma della separazione.

Nel rivedere o nel rileggere la loro vita passata, tutti si trovano di fronte a una specie di esame di riparazione, lungo un percorso che quindici anni prima hanno indirizzato in un senso o nell’altro. E nessuno, neppure lo spettatore che guarda il film, riesce a trattenere le lacrime. Perché così è la vita, verrebbe da dire. Di certo non meraviglia ciò che Linda Ferri, la sceneggiatrice, ha voluto dire alla presentazione del film: e cioè che le storie che lei e gli altri sceneggiatori hanno scremato sarebbero potute servire per mille altri film.

L’acqua, l’insegna la sete – Storia di classe è stato presentato in concorso al 50° Festival Visions du Réel, al 42° Cinemed di Montpellier, al 18° Berlin Festival Zeichen der Nacht, al 18° Guangzhou Documentary Film Festival. Ha ottenuto la nomination come miglior film al 56° Solothurner Filmtage, ed è stato premiato come miglior film Giuria giovani a Visioni dal Mondo, miglior Film e miglior sceneggiatura alla 22esima edizione di Inventa un Film.