Addio Robin Hardy, il regista del “Quarto potere” horror

Se n’è andato a 86 anni l’autore britannico di “The Wicker Man” ispirato al romanzo “Ritual”, scritto da David Pinner nel 1967. Con Edward Woodward e Christopher Lee il film è diventato una pietra miliare del genere mistery e horror, classico degli anni Settanta, in cui si è cimentato anche Roman Polansky…

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Robin Hardy è stato uno di quei registi che pur avendo lavorato per una breve stagione hanno lasciato una traccia importante per un certo genere cinematografico, in questo caso l’horror, guadagnandosi una fama e un rispetto inattaccabili nel mondo dei più attenti appassionati .

Il suo The Wicker Man (1973) che ha come protagonista Edward Woodward e che si avvale della presenza di Christopher Lee si colloca (come il romanzo da cui è tratto Ritual scritto da David Pinner nel 1967) in quella tipologia di narrazione in bilico tra Mystery e Horror in cui il protagonista si trova in un contesto isolato (ad esempio una piccola comunità rurale, in questo caso su una remota isoletta delle Ebridi) e assiste alla rivelazione progressiva di una realtà nascosta che procede di pari passo con la sua caduta, fino all’annientamento in un baratro di disperazione e orrore.

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L’elemento che genera l’orrore è la graduale e impercettibile trasformazione della realtà in un incubo inaspettato dal quale non ci si può risvegliare. Un procedimento narrativo classico che negli anni ’70 diversi cineasti ripropongono ottenendo risultati anche notevolmente interessanti, come nel caso de L’inquilino del terzo piano di Roman Polansky .

The Wicker Man riscosse un notevole successo di critica al punto che la rivista Cinefantastique lo definì “Il Quarto potere del cinema horror”. In più occasioni Christopher Lee ha dichiarato di considerare The Wicker man il suo miglior film.

Nel 2006 venne girato un remake dallo stesso titolo firmato da Neil LaBute e interpretato da Nicholas Cage che nella versione italiana è intitolato Il Prescelto. Nella promozione della pellicola la produzione cercò di avvantaggiarsi del nome di Hardy dando ad intendere che fosse lui l’autore della sceneggiatura del remake e Hardy dovette ricorrere a vie legali perché la cosa venisse chiarita.

È interessante rilevare che mentre The Wicker Man di Hardy (forse esagerando) è stato definito alla sua uscita uno degli otto migliori film britannici, il remake del 2006 di LaBute ha vinto (forse esagerando) numerosi premi come peggior film dell’anno.

La pioggia di premi negativi per una pellicola tutto sommato accettabile come Il prescelto fa pensare che il remake di The Wicker Man sia stato preso dai cinefili fan dell’horror come un atto di lesa maestà nei confronti della pellicola del ’73, considerata un capolavoro insuperabile.