Addio Alberto Grimaldi, produttore coraggioso. Con Pasolini e Bertolucci

 

Ci ha lasciati all’età di 95 anni Alberto Grimaldi, storico produttore di storici film entrati nell’immaginario collettivo, che lo hanno  segnato anche con scandali e polemiche. È accaduto, per esempio con Salò o le 120 giornate di Sodoma, dal genio di Pasolini (per (per il cui restauro ha vinto il Leone d’oro nel 2015 alla 72ª Mostra di Venezia), o con l’Ultimo tango a Parigi di Bertolucci finito al rogo (letteralmente) della censura.

Grimaldi ha dedicato una carriera quarantennale alla produzione di film d’autore destinati ad un successo intramontabile. Lascia un’eredità ricchissima, fatta di oltre 80 film, difesi sempre con coraggio dall’ipocrisia del tempo e dai molteplici sequestri e processi per oscenità a cui furono sottoposti.

Con la sua casa di produzione P.E.A, nella natia Napoli dal 1962, si è dedicato ai generi, cominciando dal western, inizialmente spagnolo (L’ombra di Zorro) fino all’ incontro nel ’65 con Sergio Leone. Da questo fortunato connubio nascono gli intramontabili Per un pugno di dollari e Il Buono, il Brutto e il Cattivo, film di un successo strepitoso: 25 milioni di dollari al botteghino.

Produttore coraggioso – si è sempre definito un ribelle – ha realizzato film d’autore, sui temi della libertà di espressione, contro le ipocrisie del potere e i moralismi sempre in agguato. Con Pasolini ha sfidato la morale comune, regalando al pubblico titoli da antologia del cinema: dal Satyricon a Casanova al Decameron fino allo “scandaloso” Salò o le 120 giornate di Sodoma, allegoria della violenza del  potere e delle mercificazioni del corpo.

Una carriera intramontabile, proprio come i suoi film, suggellata con la candidatura al premio Oscar per Gangs of New York di Martin Scorsese, sua ultima produzione.