Addio Enzo Garinei (fratello di Pietro). Non solo caratterista tra cinema, tv e teatro


Enzo Garinei con Anna Maria Ferrero in “I delfini” (1960) d Citto Maselli

È morto il 25 agosto a 96 anni Enzo Garinei, attore di cinema e di teatro e fratello di Pietro della celebre ditta Garinei e Giovannini, oltre che doppiatore. In carriera realizzò più di 70 film e partecipato a molte commedie teatrali.

Esordì al cinema nel 1949, in Totò le Mokò, e con il Principe De Curtis, che fu per lui un maestro, realizzò diversi film.

Nel teatro leggero fu interprete di numerosi spettacoli di Garinei e Giovannini, come Alleluja brava gente e Aggiungi un posto a tavola.
Il suo ultimo ruolo è stato la voce di Dio in Aggiungi un posto a tavola, stagione 2021-2022 ma Enzo Garinei è uno di quei volti così noti che a tutti gli italiani sembrava uno di famiglia.

”Sono nato il 4 maggio 1926 in una piccola stradina del centro di Roma, a via delle Coppelle, tra via della Maddalena e via della Scrofa”, racconta nella sua autobiografia appena pubblicata da Armando editore con il titolo tanto esplicativo Io c’ero. Il protagonismo del caratterista a cura di Laura De Luca.

Si perché lui c’era, a teatro, al cinema, in tv, in oltre 100 film e innumerevoli spettacoli, al fianco di grandi attori come Gassman o Rascel, diretto da grandi registi come Zurlini, Zampa, Maselli, Mattoli, Castellano e Pipolo dall’esordio del 1949 accanto a Totò.

In teatro ha lavorato con Enriquez, Ronconi, Benno Besson, e ovviamente con il fratello Pietro Garinei e Giovannini partecipando a numerose commedie musicali. I suoi primi approcci con lo spettacolo risalgono agli anni della guerra, al teatro dell’Università dove conosce Ferzetti, Mastroianni, Masina.

Si formò al Cut, centro universitario teatrale. Si cimenta con i ”copioncini” che il fratello Pietro scrive – racconta lui – ”per le dame di beneficienza” che poi si rappresentavano nei club. Ma la ditta del fratello, Garinei e Giovannini è anche l’avventura del Sistina mentre lui si disegna un suo autonomo percorso artistico. Sarà infatti dalla macchina da presa che gli verrà il maggiore successo. Dopo Totò le Mokò, venne Signorinella sempre con Totò che lo aveva visto a teatro.

”Con Totò l’importante era chiamarlo sempre Principe”, scrive nell’autobiografia. ”Quanto alla televisione l’ho vista nascere, sono stato fra i suoi pionieri, mi è piaciuta subito”. Qui poi iniziò con i caroselli, insieme a Virna Lisi che pubblicizzava il suo sorriso splendente. Poi via via da Scaramouche fino all’ultima apparizione in Don Matteo nel 2014.