Anac, appello alla Regione Abruzzo: “Salviamo la sede Csc de L’Aquila”

L’Anac a sostegno della sede de L’Aquila del Centro sperimentale di cinematografia chiusa lo scorso 19 dicembre. Un appello al presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, affinché nel consiglio del 27 dicembre vengano stanziati i fondi necessari per proseguire i corsi della scuola. “Cancellare il sostegno a un’eccellenza storica della formazione audiovisiva come questa della scuola dell’Aquila sarebbe un segnale fortemente negativo che dimostrerebbe l’incoerenza della classe politica incapace di offrire prospettive e speranza alle nuove generazioni”…

L’associazione Nazionale Autori Cinematografici (Anac) al fianco del Csc de l’Aquila per scongiurarne la chiusura. Così si legge nel comunicato: “avendo appreso che la Regione Abruzzo non intende rinnovare la convenzione con la Fondazione Centro sperimentale di cinematografia – Scuola nazionale di cinema, volta a finanziare il corso triennale di reportage audiovisivo della scuola di cinema, determinando di fatto la chiusura della sede”, l’Anac si appella al presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, “affinché nella seduta del Consiglio Regionale del 27 dicembre siano inseriti e approvati i fondi necessari per poter continuare i corsi di questa specifica specializzazione dell’audiovisivo”.

Il reportage audiovisivo – prosegue il comunicato -, “che comprende anche la radiofonia, è il ramo che offre maggiori sbocchi professionali ai giovani nel settore e la Scuola dell’Aquila, unica in Italia per l’insegnamento di questa materia, ha consentito ai suoi laureati di entrare immediatamente nel mondo del lavoro”.

Cancellare il sostegno a un’eccellenza storica della formazione audiovisiva, conclude la nota, “rappresenterebbe un segnale fortemente negativo sia nei confronti dei tanti giovani che guardano al futuro, sia nei confronti di quella comunità internazionale che ha aiutato l’Abruzzo nella sua ricostruzione all’indomani del terremoto. Di conseguenza, un’intera classe politica darebbe di sé l’immagine di essere incapace di compiere scelte coerenti e coraggiose per offrire prospettive e speranza alle nuove generazioni. Alla luce di tutto ciò, l’Anac confida in un ripensamento e nella revoca di una decisione davvero deleteria”.