Ascesa e caduta del “macellaio di Praga”. Oltre la storia di resistenza al nazismo

In sala dal 24 gennaio (per Videa), “L’uomo dal cuore di ferro” di Cedric Jimenez, dal romanzo di Laurent Binet, dedicato al “macellaio di Praga”, Reinhard Heydrich, uno dei gerarghi nazisti più sanguinari. Contro di lui lo storico attentato compiuto dalla resistenza cecoslovacca che portò al suo assassinio il 4 giugno del 1942. Ma il film ha l’ambizione di raccontare qualcosa di più di un’episodio eroico della resistenza antinazista …

Maggio 1942, la Mercedes decappotabile di un generale delle SS sfila per le vie di Praga, corre veloce e ha il tettuccio abbassato: a Reinhard Heydrich piace far vedere che non teme nulla, quando attraversa la città che occupa con il terrore. Ma alla fine di una salita è costretto a rallentare. È qui, in via Holesovickach che si fa avanti un ragazzo con un mitra in mano. Le immagini si fermano prima che inizi a sparare. È la scena iniziale del film del regista francese Cedric Jimenez, L’uomo dal cuore di ferro. Ma è anche il raccordo di tutta l’opera.

Tratto dal libro di Laurent Binet, HHhH (dalle iniziali delle parole il cervello di Himmler si chiama Heydrich in tedesco), premio Goncour 2010 opera prima (pubblicato in Italia da Einaudi), racconta l’attentato contro Reinhard Heydric, o come lo chiamava Hitler, “L’uomo dal cuore di ferro”.

La resistenza cecoslovacca aveva scelto il nome Antropoide, dall’aspetto umano, per l’operazione volendo sottolineare appunto che di umano quel gerarca aveva solo l’aspetto. È una delle pagine chiave della Seconda guerra mondiale perché prima di allora mai nessuno era riuscito in un’impresa simile.

Il libro, tradotto in 22 lingue, è molto polemico con tutti i tentativi di revisionismo, anche letterari, che riguardano i nazisti e anche il film ha l’ambizione di raccontare qualcosa di più di un’episodio eroico della resistenza antinazista.

La prima parte, infatti, subito dopo le immagini che precedono l’attentato, ci mostra chi è Heydrich (col volto di Jason Clarke), figlio di musicisti divenuto tra i principali artefici della “soluzione finale”, e come è riuscito a diventare così potente, uno che era stato cacciato con disonore dalla marina.

È interessante il ruolo della moglie (interpretata da Rosamund Pike), una nobile decaduta che lo introduce nel partito nazista. Costruisce l’ascesa del marito, che le sfugge di mano.
Ma è quando si comincia a entrare nel vivo dell’azione che il film prende un’altra marcia. E dopo molte avvenure, nella seconda parte, si torna in strada in quella curva dove il partigiano è pronto a sparare…