Aspettando Bookciak, Azione! cominciamo dai libri. Clelia, la Nellie Bly italiana tutta da (ri)scoprire

Vi presentiamo “Nuovo e vecchio mondo”, raccolta di scritti di Clelia Romano Pellicano, riscoperti e curati da Clara Stella (Le plurali 2023), vincitore di Bookciak, Legge 2024, per la sezione narrativa. Alle sue pagine saranno ispirati i bookciak 2024 di cui scopriremo i vincitori il 27 agosto al Festival di Venezia. Tra novelle e articoli la riscoperta dell’anticonformista marchesa Clelia Romano Pellicano (1873 – 1923) raffinata intellettuale, scrittrice e giornalista, in prima fila nelle battaglie per il divorzio, per la denuncia della violenza domestica e della disparità salariale. A cavallo tra ‘800 e ‘900 ha dato voce alle donne del tempo che voce non avevano, partecipado anche alle battaglie suffragiste …

 

 

Ancora oggi, pochi conoscono l’anticonformista marchesa Clelia Romano Pellicano (1873 – 1923). Eppure, raffinata intellettuale, scrittrice e giornalista, fu, specie negli anni a cavallo del XIX secolo, in prima fila nelle battaglie per il divorzio, per la denuncia della violenza domestica e della disparità salariale, dando voce alle donne del tempo che non potevano permettersi di parlare della loro condizione subordinata rispetto a quella dell’uomo.

Nel 1909, tra le file dei banchi ricoperti di drappi scarlatti del Congresso internazionale femminile per il voto alle donne organizzato a Londra dal The International Suffrage Alliance, la lega che lottava a livello mondiale per il suffragio femminile, spiccava il tricolore rosso bianco e verde del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane. Era venuta a rappresentarlo Clelia Romano Pellicano, per l’appunto, a cui dopo un lungo oblio viene a rendere omaggio, a distanza di un secolo dalla scomparsa avvenuta nell’arroccato borgo calabrese di Gioiosa Jonica e a centocinquant’anni dalla nascita, il volume Nuovo e vecchio mondo. Vita e parole di una pioniera del femminismo, a cura di Clara Stella, (le plurali, 2023, pp. 173), vincitore per la narrativa del nostro Bookciak Legge 2024.

La curatrice, ricercatrice del Dipartimento di Filologie Integrate di Siviglia, ha raccolto gli scritti di questa femminista ante litteram, attraverso i quali possiamo riscoprire l’attività e lo spirito precorritore della più fervente sostenitrice italiana del suffragio femminile, un diritto poi sancito in Italia soltanto nel 1945.

Nota anche con lo pseudonimo di Jane Grey – con cui firmò novelle e racconti – aveva sposato il marchese calabrese Francesco Maria Pellicano, deputato al Parlamento, con cui si trasferì in Calabria, non senza fare la spola con Roma, dove frequentò il mondo culturale dell’epoca, entrando in contatto con l’intellighentsia cittadina.

Corrispondente della rivista mensile Nuova Antologia, pubblicò un’indagine sulle donne illustri di Reggio Calabria e svolse un’inchiesta sulla condizione delle operaie delle industrie del capoluogo. Rimasta vedova, dovette occuparsi dei sette figli e tutelare il patrimonio di famiglia; in tale circostanza emerse anche la sua anima imprenditoriale, in quanto fece fra l’altro edificare villaggi per i dipendenti e una linea ferroviaria aziendale, nella convinzione che le imprese non dovessero creare solo profitto ma svolgere anche una funzione sociale e culturale.

In quella storica assemblea londinese del 1909 aveva preso la parola, riscuotendo plausi e consensi: “Io narrai, per l’Italia, le nostre lotte, le nostre speranze, non potendo, ahimè, parlare di conquiste e vittorie. Dissi che non aspiravamo al voto pel magro gusto di fare la ‘politica per la politica’, ma per migliorare le condizioni delle classi femminili lavoratrici, e partecipare, senza maschera, alla vita dei nostri mariti e dei nostri figli” scrisse in uno dei reportage realizzati per la rivista La Donna: rendeva conto dei contenuti delle sedute, delle impressioni sul Congresso e, soprattutto, delle ammalianti figure che lo avevano animato.

La scrupolosità con cui riporta i dati, dalle percentuali agli avvenimenti e la contestualizzazione socio-politica di ogni avvenimento, indica una straordinaria capacità di ricostruzione e divulgativa, indispensabile per la comprensione della portata internazionale del movimento suffragista.

In seguito, la sua fama continuò a crescere, e la sua finissima capacità critica si espresse fra gli altri nella prefazione alla riedizione del 1910 arricchita dalla proposta di legge sul voto amministrativo alla donna del volume La donna e la legge. Studi sulla condizione sociale e giuridica della donna dell’avvocato e parlamentare Carlo Gallini: “Ella mi chiedeva una prefazione – gli scrisse – e n’è venuta fuori una chiacchierata feminista! Tanto l’una che l’altra han fama d’esser poco divertenti… Meno male che, per istinto e per consuetudine, il lettore ha lo scampo di saltarle a piè pari!”

Manifesto politico e filosofico al tempo stesso, nonché altamente moderno, lo scritto, dopo una prima acuta analisi delle origini del patriarcato, sostiene la necessità di eliminare l’autorizzazione maritale per l’indipendenza della donna.

Nel racconto Tutte in piedi per Jessie percepiamo lo sdegno del marchese Riccardini nei confronti della consorte americana Jessie che, spavalda, vive liberamente a modo suo. Dall’altra parte, possiamo udire l’accento americano e spavaldo di Jessie che dipinge il coniuge “Polly” come avaro, maschilista, petulante, geloso e tremendamente noioso. Clelia Romano Pellicano, con ironia e sagacia, pone a confronto due modi di pensare totalmente opposti, in cui vengono a scontrarsi la prospettiva conservatrice e progressista, la cultura italiana e quella americana, come pure il maschile e il femminile. Le voci intessono uno spassoso teatrino comico, tra dramma e satira dei costumi.
Il volume edito da Clara Stella ci restituisce non soltanto la figura innovatrice della nostra suffragetta, ma anche la portata delle battaglie emancipazioniste a livello mondiale dei primi del ‘900, quando dalla Nuova Zelanda alla Russia, dal Sudafrica all’Islanda le donne iniziano a combattere per contare: reclamano non soltanto il voto, ma anche pari diritti e libertà, e di queste rivendicazioni, dei loro principi e obiettivi Clelia Romano Pellicano si fece instancabile portavoce.

Ci vengono riproposte ulteriori testimonianze straordinarie, rimaste a lungo celate negli archivi, quali le novelle di Clelia, redatte separatamente e solo in seguito raccolte, destando molte reazioni da parte della famiglia, come l’autrice ricorda nella dedica alla madre e alla suocera, che però “finirono col rileggere, benignamente, in segreto (pur deplorandole in pubblico) ed amarle per il caldo impeto che ambedue riportava al tempo lieto della gioventù”.