Birdman, il super eroe in mutande al tempo dei social network

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Cosa ha a che fa fare un grande della letteratura americana come Raymond Carver con un supereroe in stile Superman? Ben poco direte voi e invece lo strano incontro è avvenuto proprio qui a Venezia nel giorno dell’apertura dell’edizione 71 del festival. Stiamo parlando, infatti, dell’ultima scommessa di un grande talento messicano prestato al cinema a stelle e strisce: Alejandro Gonzalez Inarritu. Il regista di Amores Perros, 21 Grammi e Babel ha scelto proprio Carver per raccontare la parabola discendente di un attore da blockbuster, interprete di un super eroe, deciso a riconquistare il successo sulle tavole di Broadway con Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, uno dei testi “sacri” dello scrittore americano.

Col titolo di Birdman o Le imprevedibili virtù dell’ignoranza il film è un’elegante, divertente e per certi versi sperimentale (raffinati piani sequenza e scenografie che sembrano firmate da Hopper) black comedy che ruota tutta intorno alle ossessioni narcisistiche e schizoidi del vecchio interprete di un mitico super eroe alato, Birdman, appunto che Inarritu si è divertiro a far interpretare a Michael Keaton, storico volto di Batman. Ne deriva così un costante gioco di specchi tra realtà e finzione, messa in scena teatrale (la pièce di Carver) e cinematografica in cui ci si avventura con piacevole cinismo in una riflessione d’autore sul significato del successo e della sua perdita nell’era dei social network. Quando il nostro Birdman finirà su youtube in mutande, per un imprevisto durante l’anteprima dello spettacolo, scoprirà suo malgrado di essere diventato di nuovo l’uomo più popolare d’America. In barba ai suoi sforzi di rifarsi un nome attraverso il teatro, la cultura e l’arte.

Nessuna tesi, però, nessun moralismo barboso. Inarritu sfugge a sua volta a certe trappole. Piuttosto affida al personaggio della figlia del nostro (la bellissima Emma Stone, già fidanzata dell’Uomo ragno) lo sguardo sull’oggi

da utente compulsiva di twitter e youtube. Il narcisismo della rete, buono per tutti, non è poi così diverso da quello rincorso dagli attori. Come quello parossistico incarnato dal personaggio affidato ad Edward Norton, interprete dall’ego straripante capace di vivere la realtà solo in scena, comprese le erezioni. Tanta carne al fuoco, dunque, in questo Birdman. Anche troppa, ma Inarritu è un bravo cuoco e riesce a non farla bruciare fino all’ultimo.