César 2020, vincono gli adattamenti: “Les Misèrables” e Polanski (malgrado le polemiche)
Si è svolta il 28 febbraio alla Salle Pleyel di Parigi la cerimonia di consegna dei César (gli “Oscar” del cinema francese), per quella che è stata un’edizione particolarmente travagliata del premio, contrassegnata dalle dimissioni dei vertici dell’Académie des Césars e dalle proteste per le dodici nomination ottenute dall’ultimo film di Roman Polanski, L’ufficiale e la spia. Quest’ultimo, alla fine, l’ha spuntata in più d’una categoria, assieme a un’altra opera di ispirazione letteraria, Les Misèrables.
Il film del regista Ladj Ly, che trasporta i temi (e il titolo) del classico di Victor Hugo nel contesto delle banlieues odierne, ha ottenuto i riconoscimenti come miglior film, miglior attore emergente (Alexis Manenti) e miglior montaggio, in aggiunta al Premio della giuria ricevuto a Cannes 2019. In Italia lo vedremo a partire dal 12 marzo, distribuito da Lucky Red.
Ma l’altro vincitore della serata è proprio uno dei “pomi della discordia”, Roman Polanski: il suo ultimo film, incentrato sul caso Dreyfus e tratto dal libro di Robert Harris, vince il premio alla miglior regia, alla sceneggiatura non originale e ai costumi.
Tutto questo nonostante le polemiche (legate alle nuove accuse per stupro rivolte al regista, condannato a suo tempo negli USA per rapporti sessuali con l’allora tredicenne Samantha Geimer), culminate in una manifestazione di protesta il 28 febbraio davanti alla Salle Pleyel: alla luce di tali reazioni Polanski ha deciso di non presenziare alla cerimonia.
Premiato anche un altro adattamento, Dov’è il mio corpo? (di Jérémy Clapin, dal romanzo Happy Hand di Guillaume Laurant), nelle categorie lungometraggio di animazione e colonna sonora originale. Il film è distribuito da Netflix.
Altri riconoscimenti sono andati a La belle époque (per Fanny Ardant, miglior attrice non protagonista, nonché per la sceneggiatura originale e le scenografie), a Non conosci Papicha (per la miglior opera prima e per la miglior attrice emergente, Lyna Khoudri) e (per il miglior sonoro) a Wolf Call- Minaccia in alto mare (in originale Le chant du loup).
Il César alla miglior attrice protagonista se l’è aggiudicato invece Anaîs Demoustier per Alice e il sindaco (da noi ancora in sala con Bim Distribuzione e Movies Inspired), mentre tra gli interpreti maschili vincono Roschdy Zem (miglior attore protagonista per Oh Mercy!) e Swann Arlaud (miglior attore non protagonista per Grazie a Dio). M di Yolande Zauberman la spunta tra i documentari.
Nessuna sorpresa per quanto riguarda Parasite, alla cui vasta collezione di premi si aggiunge anche il César come miglior film straniero. Delusione invece per Ritratto della giovane in fiamme (di Céline Sciamma) che, al netto delle dieci candidature ottenute, porta a casa solo il riconoscimento alla miglior fotografia.
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