Come ti schiaccio “La syndacaliste”. Isabelle Huppert nello scandalo del nucleare francese

Passato nella sezione Orizzonti di Venezia 79 “La syndacaliste” di Jean-Paul Salomé dall’ omonimo libro di Caroline Michel-Aguirre – inedito in Italia – che ricostruisce lo scandalo del settore nucleare francese che nel 2012 portò ala perdita di 50mila posti di lavoro. Un film che mescola i generi alla denuncia sociale. Con una sempre magnifica Isabelle Huppert nei panni della protagonista …

Isabelle Huppert torna al Lido ancora una volta nei panni di una donna forte, impegnata e risoluta, dopo il bellissimo La promessa-Il prezzo del potere di Thomas Kruithof, passato al Festival nel 2021.

In questo La syndicaliste è Maureen Kerney, la responsabile sindacale di Areva la multinazionale francese impegnata nella costruzione di centrali nucleari e nella commercializzazione dell’energia prodotta. La scoperta e la guerra che scatena contro un accordo segreto tra i rappresentati di Areva, EDF (altra azienda che produce e distribuisce energia nucleare), e la Cina per l’acquisizione da parte della potenza asiatica delle conoscenze francesi e della licenza per la costruzione di altre centrali nel Paese.

Qualora andasse in porto il lucroso accordo metterebbe a rischio i 50.000 posti di lavoro francesi. Facile prevedere che mettere i bastoni tra le ruote a questo progetto possa comportare gravi conseguenze per Maureen. E infatti… chiamate anonime e minacce fisiche diventano di giorno in giorno più frequenti e pressanti senza però scalfire la determinazione della sindacalista. Ma poi arriva quel 17 dicembre 2012. Il giorno nel quale si apre un gorgo che inghiotte Maureen e demolisce la persona forte ed agguerrita che abbiamo conosciuto fino a quel momento.

Il film, passato a Venezia nella sezione Orizzonti, per la regia di Jean-Paul Salomé che aveva già diretto Isabelle Huppert nel letterario La Padrina, sembra mettere in scena due film: il primo quello della sindacalista tutta d’un pezzo alle prese con le paludi politico-affaristiche che sa come affrontare e il secondo quello nel quale finisce in un tritacarne inesorabile.

Quello che potrebbe essere un grave rischio di frammentazione, tuttavia, risulta coerente nella consequenzialità dei due momenti. Grazie alla robusta sceneggiatura non viene mai meno la consapevolezza che il secondo filone narrativo è conseguenza (con accanimento) del primo.

La 79a Mostra del Cinema di Venezia ha messo in cartellone, tra gli altri, film che scandagliano il passato recente portando sullo schermo storie vere. E due sono particolarmente significativi: Argentina, 1985 di Santiago Mitre sul processo alla Junta militare della dittatura di Videla e L’uomo più felice del mondo di Teona Mitevska che riflette sulle ferite insanabili della guerra dei Balcani con particolare riferimento all’assedio di Sarajevo.

A questi si aggiunge Jean-Paul Salomé che si è affidato al libro omonimo di Caroline Michel-Aguirre, ancora inedito in Italia, per portare sullo schermo una storia ugualmente del tutto vera che si è svolta tra il 2012 e il 2018. Tra denuncia sociale, politica e thriller, La syndicaliste ha il merito non trascurabile di riaccendere i riflettori su uno scandalo, seppure da noi poco noto, che ha scosso la Francia portando allo smantellamento delle imprese nazionali e la perdita (come volevasi dimostrare) di quasi 50.000 posti di lavoro.