“Credo in un solo Padre”. L’ultima volta di Flavio Bucci nel film sulla violenza domestica


È disponibile dall’8 marzo in streaming su CHILI Credo in un solo Padre, opera prima di Luca Guardabascio – già autore di alcuni romanzi, tra cui L’ amico speciale (Newton Compton Editori, 2019) –, basata su fatti realmente accaduti e descritti nel romanzo Senza far rumore di Michele Ferruccio Tuozzo (Booksprint, 2017).

Il lungometraggio, denunciando che la violenza spesso si annida tra le pareti domestiche, mira a scuotere le basi di un sistema patriarcale ancora troppo radicato nell’Italia di oggi.

“Il nostro film ha già un valore sociale e molte sono le scommesse vinte, come quella di aver assunto sul set persone vittime di abusi e violenze – afferma il regista –. Parlare, mostrare i fatti, è l’arma più forte per raccontare a tutti la verità su qualcosa che, in epoca moderna, appare ancora un tabù del passato”.

Ambientato in una località imprecisata tra Campania e Basilicata, Credo in un solo Padre racconta la vita di una famiglia sconvolta quotidianamente da crudi rituali di violenza. Il padre Giuseppe – interpretato da Massimo Bonetti – è un padre-padrone, dispotico e feroce. In paese lo sanno tutti, ma nessuno osa parlare: l’intera comunità diventa così complice della schiavitù e degli orrori imposti alle vittime.

Quando il figlio Gerardo (Giordano Petri) emigra in Austria per guadagnare di più e permettere ai propri cari una vita più agiata, la moglie e i due figli restano a vivere nella fattoria del suocero. La partenza del marito coincide con l’inizio di un incubo, che porterà Maria (Anna Marcello) e la figlia e subire gli abusi di Giuseppe e l’indifferenza del contesto che le circonda.

Il film è l’ultimo in cui il grande Flavio Bucci – scomparso lo scorso anno – fa la sua apparizione: nei panni di Zio Domenico, fratello di Giuseppe e vero fulcro della famiglia, interpreta un uomo solitario e di cultura, dal pensiero libero e dissacrante.

Credo in un solo Padre è prodotto da Around Culture srl.