Il Covid non ha fermato i festival. E il futuro sarà ibrido, parola di addetti ai lavori


Il Covid non ha fermato i festival. Se una minima parte delle manifestazioni cinematografiche ha rinunciato allo svolgimento della propria edizione lo scorso anno, la tendenza generale dice ben altro.

La maggior parte delle iniziative è riuscita a mantenersi in piedi adottando modalità online o ibrida, nel periodo compreso tra marzo e dicembre, mentre i festival esclusivamente in presenza hanno potuto sfruttare il periodo compreso tra luglio e ottobre.

Questo è il dato più importante emerso dallo studio “Piattaforma Festival”, realizzato da AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema – grazie al sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura –, a partire da un articolato questionario sottoposto a dicembre 2020 a un campione rappresentativo di 142 festival cinematografici italiani, in cui nomi storici e di esperienza pluriventennale figurano accanto a realtà di più recente fondazione.

I risultati della ricerca – orientata a ricostruire una fotografia dello stato attuale del cinema e della sua capacità di adattarsi ai tempi che corrono –, sono stati presentati durante il partecipato incontro “I luoghi dei festival, domani”, che si è svolto online il 27 marzo – data che avrebbe dovuto segnare la ripartenza con riapertura di cinema e teatri trasformandosi invece in giornata di protesta – con il supporto del DGCA e in collaborazione con Atlantica Digital Spa.

Al centro della riflessione – come esplicitato dal titolo dell’indagine –,  il ruolo delle piattaforme: è proprio grazie al loro utilizzo che il settore audiovisivo è riuscito a preservare la propria vivacità in un anno difficile come quello appena trascorso. Analizzarne dunque tanto le potenzialità quanto le criticità, si è rivelato un punto di partenza necessario per elaborare progetti e prospettive future nell’ambito delle manifestazioni cinematografiche.

Lo streaming ha infatti favorito una diffusione capillare dei contenuti, permettendo ai piccoli festival indipendenti o tematici di conquistare un seguito normalmente inaccessibile, anche semplicemente per motivi geografici e di spostamento. Piattaforme come MyMovies, Vimeo, Opendbb e FesthomeTV  sono state dunque uno strumento indispensabile – o almeno così ritiene la maggior parte dei partecipanti al sondaggio – per arricchire la programmazione e aumentare la visibilità dell’evento.

Nonostante l’impietoso taglio dei finanziamenti privati ai festival – compensato però da una maggiore sensibilità e attenzione dimostrata da parte dello Stato e degli Enti locali –, la metà delle manifestazioni per le quali era prevista una formula a pagamento ha inoltre registrato, rispetto all’anno precedente, un incremento degli incassi derivanti dai film.

Ottimi risultati, dunque, che inducono a parlare di una vera e propria rivoluzione avvenuta nella promozione culturale, per quanto forzata e accelerata dalle circostanze esterne. Valorizzando e insistendo sui vantaggi apportati dall’utilizzo delle piattaforme – che anche in futuro potranno avere la funzione di “traghettare” il pubblico dalla platea virtuale alla sede fisica della manifestazione –, il 62% dei festival dichiara di immaginare la prossima edizione in formato ibrida e mista.

Tra le questioni affrontate, sono poi emerse quelle dei diritti online e della possibilità di considerare il passaggio a un festival equivalente all’uscita theatrical, ai fini di ottenere i benefici di legge: un adeguamento che sarebbe utile soprattutto per opere di ricerca a basso budget e documentari.

Vista la presenza e gli interventi all’incontro online di numerosi esperti, studiosi e operatori esterni al sistema del festival – tra cui Guido Guerzoni, Lisa Giovannitti, Mauro Antico, Gianluca Guzzo, Carla De Carolis, Marcello Mustilli, Vittorio Gallese, Vittorio Iervese, Marco Dalla Gassa, Tiziana Gibelli, Giorgio Gosetti e Laura Delli Colli – la presidente AFIC Chiara Valenti Omero ha parlato di “compattezza del comparto” e di “alta attenzione da parte delle istituzioni”.

“Da adesso parte una nuova sfida per il futuro – conclude –, che prevede una maggiore collaborazione con le singole Regioni e l’AFIC stessa nella convinzione che le prossime misure sulle quali si dovrà lavorare con la DGCA dovranno essere strutturali per garantire un futuro di rinnovamento per tutto il comparto promozione”.