Infinite sfumature nel bianco e nero di Joel Coen. Arriva anche in sala Macbeth l’immortale

Disponibile su Apple TV+ arriva ora anche nelle sale italiane”The Tragedy of Macbeth“, nuova lettura del dramma shakespeariano firmata da Joel Coen per la prima volta alla regia senza il fratello Ethan. Denzel Washington e Frances McDormand straordinari interpreti di una tragedia immortale che mantiene intatta la sua potenza nei secoli e che il regista amplifica in questa versione in bianco e nero e dalla potenza citazionista. Qui i cinema dove trovarlo …

Denzel Washington e Frances McDormand in “The Tragedy of Macbeth”

È molto potente l’effetto dell’ultima riduzione cinematografica del Macbeth di William Shakespeare, per la precisione The tragedy of Macbeth. Sceneggiato e diretto da Joel Coen, per la prima volta da solo senza il fratello Ethan, il film è stato girato interamente in bianco e nero, nel formato 1.19:1 che “costringe” le immagini in un quadrato e la sua lavorazione è stata interrotta più volte a causa del Covid-19.

Quasi pleonastico ricostruire la vicenda che vede protagonista il coraggioso Macbeth, un Denzel Washington nella prova forse più impegnativa della sua carriera. Il quale, accecato dall’ambizione e istigato da un’intensa Frances McDormand nei panni di Lady Macbeth, uccide re Duncan e ne usurpa il trono.

Di certo non si fa spoiler anticipando che finirà in tragedia, come del resto avevano predetto a Macbeth tre orribili arpie, una delle quali è interpretata Kathryn Hunter in modo talmente impressionante da averle procurato la candidatura come migliore attrice non protagonista al Golden Globe.

Ma non a caso il film è candidato a una serie di premi anche in altre categorie, come quella di migliore attore, di migliore sceneggiatura non originale e di migliore fotografia. Non compare ma andrebbe senz’altro aggiunta la candidatura alla migliore scenografia, che con la spettralità e l’incombenza degli ambienti asseconda in maniera davvero magistrale l’evolversi della tragedia e lo stato d’animo dei protagonisti.

Tutto giocato sul contrasto tra luci e ombre, il film ripropone una vicenda fuori dal tempo che mantiene intatta la sua potenza nei secoli avendo a che fare con sentimenti basilari come il coraggio, la paura, l’ambizione, il pentimento e il desiderio di vendetta, e con archetipi universali come la hybris, la nemesi e l’ineluttabilità degli accadimenti umani.

Senza dubbio Joel Coen ha fatto tesoro della lezione di due illustri predecessori: Orson Welles del magnifico e travagliatissimo Otello del 1951 per la profondità dei sentimenti e dei personaggi, e Ingmar Bergman de Il settimo sigillo per le atmosfere, i richiami onirici e l’aura allo stesso tempo fantastica e tragica della vicenda di Macbeth.