Ingeborg e Paul, frammenti di un discorso amoroso
Vince il conconcorso internazionale di Filmmaker 2016, “The Dreamed ones” il film dell’austriaca Ruth Beckermann che mette in scena lo struggente carteggio tra i due grandi poeti del Novecento, Ingeborg Bachmann e Paul Celan. Due attori, uno di fronte all’altra, fanno vibrare quelle straodinarie lettere d’amore, raccolte nel libro “Troviamo le parole”…
Ci vuole coraggio e senso della sfida per girare un film come The Dreamed ones (titolo originale Die Geträumten, qualcosa che suona come I sognati), prodotto, sceneggiato e diretto dall’austriaca Ruth Beckermann.
Il film, presentato alla scorsa Berlinale, premiato al festival Diagonale del cinema austriaco (Graz, 8-13 marzo 2016) e in concorso al Filmmaker di Milano (fino al 4 dicembre), non racconta una storia vera e propria, essendo girato quasi per intero in una sala di registrazione dove due attori – Anja Plaschg e Laurence Rupp – leggono ad alta voce, uno di fronte all’altro, il carteggio intercorso nell’arco di alcuni decenni tra Ingeborg Bachmann e Paul Celan (i testi tradotti da Francesco Maione sono raccolti nel volume Troviamo le parole. Lettere 1948-1973, pubblicato in Italia da Nottetempo nel 2010).
Alla fine degli anni 40, prima di stabilirsi a Parigi, il poeta ebreo rumeno sopravvissuto ai campi di concentramento, incontra a Vienna l’aspirante scrittrice e poetessa, figlia di genitori nazisti. La loro passione, come apprendiamo dalle parole scritte e dai pensieri dell’una e dell’altro, non si spegnerà mai malgrado la distanza che li separa, e resterà viva anche dopo il suicidio di Celan nel 1970.
Attraverso le parole e gli sguardi degli attori che leggono il carteggio tra i due, e che sembrano compenetrarsi sempre più nei meandri della loro passione, anche lo spettatore è indotto a lasciarsi sedurre poco alla volta. Durante le pause i due attori conversano tra loro, fumano, sembrano corteggiarsi.
Forse è il testo che stanno leggendo a condizionarli, oppure è il sentimento che provano a far vibrare con intensità le lettere di Bachmann e Celan, incapaci di stare vicini così come di lasciarsi, entrambi alla ricerca delle parole che li facessero incontrare: “Dovrei venire, guardarti, tirarti fuori, baciarti e sostenerti, per non farti scivolare via. Ti prego, credimi, un giorno verrò e ti porterò via con me”.
“La fonte letteraria doveva rimanere in primo piano – ha spiegato Ruth Beckermann in un’intervista –. Nulla andava tolto a una storia d’amore così romantica e tragica. Poi mi incuriosiva vedere come due giovani di oggi riuscissero a ridare voce a quelle lettere, scritte in un momento storico completamente diverso, ma da due loro coetanei: quando si sono incontrati, Ingeborg aveva 22 anni e Paul 27. Mi incuriosiva capire se quelle parole sarebbero ancora state in grado di scatenare qualcosa nell’animo dei lettori”.
Del tutto condivisibile il giudizio della critica francese Bénédicte Prot, la quale ha scritto su Cineuropa: “Quello che The Dreamed Ones ci fa sentire, quello che il film ci fa percepire, è questo lembo di eternità, quel qualcosa di infinito che fa risuonare le parole al di là delle distanze e della morte, che abita queste parole, ma che è impossibile verbalizzare. Così, attraverso questo ‘film parlato’, trasformando la parola in esperienza, Beckermann ne coglie la vera bellezza: quella, ineffabile, che scorre tra le parole. Un bellissimo omaggio al lavoro sul linguaggio che guidò tutta l’opera di Celan”.
Il film è stato premiato dalla giuria del Concorso Internazionale con la seguente motivazione: “per la meraviglia di vedere Paul e Ingeborg che si incarnano nei due attori, per aver usato l’ampio carteggio come una cava compiendo un’estrazione selettiva e mirata e per aver costruito in maniera calibratissima il rapporto tra la presenza fisica della parola e la virtualità della Storia con la S maiuscola. Ne emerge un duello amoroso e intellettuale intenso e non privo di asprezze che appassiona e convince“.
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