Italiani alla Quinzaine, il ritorno di Carpignano e Di Costanzo
Sono tre i titoli italiani nelle selezione della Quinzaine des réalisateurs, la sezione indipendente del festival da cui ogni anno escono fuori i veri casi di Cannes. Tornano l’italo-americano Jonas Carpignano con “A Ciambra”, Leonardo Di Costanzo con “L’intrusa”. E per la prima volta l’esordiente Roberto De Paolis con “Cuori puri”…
Bastava attendere per vedere “riempirsi” di titoli italiani anche questa edizione del Festival di Cannes. Se l’Italia è assente dal concorso – ma presente coi film di Castellitto e Zambrano a Un certain regard – la Quinzaine des réalisateurs, sezione autonoma e rivolta alla sperimetazione, ospita tre film che battono bandiera tricolore, di due registi già noti e un esordiente: Leonardo Di Costanzo, Jonas Carpignano e Roberto De Paolis.
L’apprezzato documentarista napoletano, molto noto anche in Francia e passato ormai al cinema di finzione con L’intervallo, che nel 2012 l’aveva già portato in selezione alla Quinzaine torna con L’intrusa, interpretato dalla coreografa e danzatrice Raffaella Giordano. È lei nei panni di Giovanna, fondatrice del centro “la Masseria” a Napoli, dove le mamme del quartiere portano i bambini per sottrarli al degrado e alle logiche mafiose. In quest’oasi cerca rifugio e ospitalità Maria, giovanissima moglie di un killer arrestato per l’omicidio di un innocente.
“L’Intrusa non è un film sulla camorra” spiega Leonardo Di Costanzo che ne è anche sceneggiatore insieme a Maurizio Braucci e Bruno Oliviero, “ma è un film su chi ci convive, su chi giorno per giorno cerca di rubargli terreno, persone, consenso sociale, senza essere né giudice né poliziotto. Ma è anche una storia su quel difficile equilibrio da trovare tra paura e accoglienza tra tolleranza e fermezza. L’altro, l’estraneo al gruppo, percepito come un pericolo è, mi sembra, un tema dei tempi che viviamo”. Il film è prodotto da tempesta/Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, Amka Films Productions, Capricci e sarà distribuito da Cinema di Balerio De Paolis.
Il regista italo americano Jonas Carpignano prosegue, poi, il suo personale racconto della Calabria, cominciato nel 2015 con Mediterranea che proprio alla Quinzaine lo ha imposto all’attenzione internazionale. Stavolta con A ciambra indaga una comunità zingara nella zona di Gioia Tauro attraverso lo sguardo di un ragazzino desideroso di crescere in fretta.
Completa il terzetto l’esordio di Roberto De Paolis, Cuori puri anche questo rivolto al racconto di realtà marginali e difficili attraverso la storia d’amore tra Stefano e Agnese, anime diverse chiuse in mondi diametralmente opposti. “Al centro del film c’è il tema della verginità: da una parte quella del corpo, illusione infantile di purezza e di perfezione e dall’altra quella del territorio, metafora di barriere e muri che si alzano a protezione dell’identità. I cuori puri del film, Stefano e Agnese, sono incapaci di tendere al mistero e al rischio della diversità”, dichiara il regista De Paolis, classe 1980, fotografo con studi al London International Film School, al suo esordio nel lungometraggio, che per questo racconto ha condotto una ricerca sul campo “attraversando la periferia dei centri di accoglienza e dei campi rom per poi entrare nelle chiese e indagare la realtà contemporanea delle comunità cristiane”. Anche questo film è una coproduzione RaiCinema con Young Films e uscirà in Italia il 25 maggio distribuito da Cinema.
Tra gli atri titoli della selezione segnaliamo “d’ufficio” Un beau soleil intérieur di Claire Denis, libera rilettura di Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, oltre che Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont e un nuovo doc di Abel Ferrara e anche di Amos Gitai.
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