La donna con la pistola contro la sanità corrotta

È “Un mostro dalle mille teste”, il thriller a sfondo sociale di Rodrigo Plà che arriva in sala – in versione orignale – dal 3 novembre per Cineclub Internazionale Distribuzione, dopo il passaggio a Venezia 2015. Dall’omonimo romanzo di Laura Santullo, consorte del regista…

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Magari non saranno proprio come la nostrana premiata ditta Mazzantini-Castellitto, eppure la similitudine viene spontanea. Stiamo parlando, infatti, di Rodrigo Plà, regista nato in Uruguay e cresciuto in Messico e Laura Santullo, sua consorte, celebre scrittrice e sceneggiatrice.

Da anni la coppia lavora fianco a fianco: lei scrive la sceneggiatura, lui gira il film. Ma stavolta il connubio artistico è andato oltre con la trasposizione cinematografica dell’ultimo romanzo di lei: Un mostro dalle mille teste, un thriller a sfondo sociale che ha aperto la sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2015, riscuotendo un discreto interesse. Non fosse altro per il tema che trova tutti d’accordo: la lotta disperata di una donna contro la corruzione del sistema sanitario e lo strapotere delle assicurazioni che speculano sulla pelle dei pazienti. portada_un-monstruo-de-mil-cabezas_santullo-laura-daniela_201501300037

Quindi la burocrazia come incarnazione del mostro tentacolare del potere che spinge i cittadini-vittime a decisioni estreme. Come quella della protagonista del film che arriva ad impugnare una pistola e rapire l’indifferente e cinico medico curante del marito malato terminale di cancro, pur di ottenere la cura efficace, esclusa dal prontuario assicurativo.

Non nuovo alla narrazione dello scontro tra istituzioni e cittadini e classi sociali, di fronte all’assenza dello stato, come nel suo primo La zona (scritto anche questo con la moglie) del 2007 che lo impose all’attenzione internazionale, proprio qui a Venezia dove vinse il Leone del Futuro, Rodrigo Plà dirige questo trhiller dai toni cupi e lunari, affidando la narrazione a più voci, come nel romanzo. Quelle dei testimoni che hanno assistito alla disperata escalation di violenza compiuta dalla donna, trascinata alla fine di tutto sul banco degli imputati.

In un crescendo di tensione, dai ritmi non sempre azzeccati, la protagonista – accompagnata dal figlio adolescente, prima attonito di fronte alla scelta della madre e poi complice – tenterà la sua “ribellione” contro il potere corrotto, finendo, però, drammaticamente sconfitta.