Lavorare gratis, vivere a pagamento. La scommessa e il talento di Silvana Maja

Un ricordo di Silvana Maja, regista, giornalista e scrittrice napoletana scomparsa lo scorso 22 gennaio, dalla penna di Nadia Taranti, sua amica trentennale. Di lei scrive: detestava la banalità intellettuale, la pigrizia ripetitiva dei prodotti culturali, dai libri ai film (specialmente i film e i libri), la complicità dei salotti che non producevano movimento, idee, originalità di approcci …

Chissà come piacerebbe a Silvana aprire il suo computer una mattina di queste e trovarsi raccontata su Bookciak Magazine. Lei che a un’età piena della vita aveva scoperto, fra tutte le tante cose che l’appassionavano, che una le piaceva in sommo grado. Lavorare attorno a un’idea, tirarci fuori un soggetto, scrivere una sceneggiatura… girare. E montare. Come se la sua sfrenata multiforme e dolce-amara fantasia potesse esprimersi intera soltanto nelle immagini parlate e musicate di un film o di un documentario. E solo lì potessero parlare i silenzi che era così brava a rappresentare.

 

La scrittura di per sé, che sempre le era piaciuta, dal giornalismo alla letteratura alla comunicazione, non la riempiva allo stesso modo, come se alla fine le lasciasse le mani un po’ vuote. Lavorare con le immagini e la parola (sonora), con le pause le esitazioni e i gesti (gli sguardi) che parlano più delle parole, esaltava il suo modo scabro di raccontare, senza orpelli, che avevamo amato nel suo romanzo Ossidiana, nelle raccolte di racconti (tutti suoi o collettanei): Buone notizie, Allupa Allupa, Confesso che ho bevuto, Notizie sul tempo, Una barca arenata, I giardini di Bacone.

E per chi l’ha conosciuta, nella sua conversazione netta, senza mediazioni diplomatiche, ansiosa di arrivare al nocciolo duro delle situazioni, dei rapporti. Del bello e del brutto – ossia del bene e del male alla maniera greca.

Qualcosa di antico e netto ce l’aveva anche nei tratti del viso, nelle tagliature degli zigomi e nelle fughe degli occhi. E i segni di una complessità d’animo spesso difficile da conciliare in se stessa: come diceva il suo sorriso pieno, coinvolgente e ironico, tanto quanto coinvolgevano, e talvolta persino spaventavano, le sue furibonde antipatie e indignazioni, rispecchiate negli occhi che si facevano di vento e tempesta.

Alla fine s’era divertita a scrivere Lavorare gratis vivere a pagamento. 95 piccole conversazioni: aforismi dedicati e destinati alla vita e alla morte, all’amore e alle donne, alla (mancanza di) lavoro remunerato, in cui s’era sfogata, col suo spirito allegramente sarcastico, dei soprusi sopraffazioni e supponenze che la società in cui viviamo riserva spesso alle donne di talento ma non compiacenti (e a qualche uomo non abbastanza macho).

Soprattutto detestava la banalità intellettuale, la pigrizia ripetitiva dei prodotti culturali, dai libri ai film (specialmente i film e i libri), la complicità dei salotti che non producevano movimento, idee, originalità di approcci.

Come amica era dolcissima, accogliente e discreta – poi severa, si poteva impuntare su una qualsiasi cosa, diventare molto rigida: ma non di marmo, bensì di creta seccata al sole che si scioglie con l’acqua o con un differente calore.

E l’amore l’affetto l’amicizia vera e verificata nei gesti più che con le parole – di cui intuiva nel profondo i rischi di fallacità – la scioglievano molto facilmente. Era suo nella vita, come nella scrittura, il mantra degli sceneggiatori americani: “show, don’t tell!” Di cocciutaggine le ce ne è voluta tanta, per mostrare quel che valeva. Forse, come per persone molto più note di lei, lo si scoprirà più dopo che prima. Questo è il rimpianto.

Filmografia di Silvana Maja
Nel mezzo del fiume (1997)
Finalmente sposi (2005)
Ossidiana (2006)
Tutti per un tetto, un tetto per tutti (2009)
Nilde Iotti, il rigore e la passione (2009)
La classe non è acqua (2010)
In poche parole le donne (2010)
L’infanzia interrotta (2011)
Io c’ero – Le donne nella storia della Repubblica a partire dalle leggi (2012)
Vita da non morire mai (2013)
In movimento (2014)
Un paese per madri e padri. Maternità libera scelta? (2015)
Cronaca di una deportazione – Il Memoriale di Auschwitz (2016)