Le gemelle che non volevano parlare. L’ incredibile storia di June e Jennifer presentata a Cannes
Passato nella sezione Un certain regard il film della regista polacca Agnieszka Smoczynska, “The Silent Twins”. A partire dal libro della giornalista inglese Marjorie Wallace che ha rivelato al mondo la storia di June e Jennifer Gibbons, gemelle silenziose, che negli ’80 sono state rinchiuse in un manicomio del Galles per 12 anni …
È davvero una storia da film quella delle gemelle June e Jennifer Gibbons. E lo è diventata grazie a un libro. Se non ci fosse stata la giornalista del Sunday Times, Marjorie Wallace che nel momento più duro, quando le due ragazze stavano scontando dodici anni di reclusione in un centro psichiatrico del Galles, si fosse interassata al loro caso rendendolo pubblico, forse la loro vicenda non sarebbe mai venuta fuori.
A portarla sullo schermo e ora al festival di Cannes nella sezione Un certain regard è la regista polacca Agnieszka Smoczynska col suo primo film in ligua inglese The Silent Twins, appunto, seguìto in realtà a un film per la tv, un documentario e persino una pièce dedicata alle gemelle Gibbons.
L’inizio della storia è nei Sessanta. Quando la loro famiglia di origini creole si trasferisce nel Regno Unito. È in una cittadina del Galles che le ragazze vivono la loro adolescenza, accanto ad altri due fratelli. Sono gli unici ragazzi neri della città. Il razzismo neanche così strisciante, con continue provocazioni e azioni di bullismo, soprattutto a scuola, non tarderanno ad arrivare.
E se per gli altri due ragazzi della famiglia Gibbons superare tutto questo sarà duro ma possibile, per June e Jennifer il silenzio diventarà il loro rifugio e la loro ribellione. Mai più una parola in pubblico. Neanche di fronte ai professori di sostegno o agli stessi genitori sempre più provati dal loro mutismo.
Di chiacchiere e tante, invece, saranno piene le loro giornate barricate nella loro cameretta. Inventano sketch, storie, soap. Partecipano a corsi di scrittura creativa per corrispondenza, da cui viene fuori anche un romanzo. Costruiscono pupazzetti di lana e carta, creano in tutti i modi il loro mondo a parte.
Quando l’adolescenza si farà sentire coi suoi tanti richiami e le due ragazze sceglieranno di uscire fuori a loro modo sarà rottura definitiva con la comunità. Tra eccessi di alcol e stupefacenti June e Jennifer intenderanno la loro ribellione non più soltanto col silenzio ma attraverso variegati atti di teppismo.
Sul banco degli imputati la condanna nei loro confronti, complice una giurisprudenza feroce nei confronti della malattia mentale, sarà spropositata, anzi “illimitata”. Così reciterà il verdetto del giudice relegandole in un manicomio del Galles, giudicate pericolose per se stesse e per gli altri.
Ci passeranno docici anni e sarà al momento del loro trasferimento in un centro meno severo che Jennifer, appoggiando la testa sulla spalla della sorella, morirà. La stessa giornalista Marjorie Wallace racconterà di un macabro patto tra le due ragazze: il sacrificio di una per una vita finalmente libera dell’altra. Chissà.
Agnieszka Smoczynskaci racconta anche questo tragico epilogo senza variare il linguaggio. Alternando cioè toni fiabeschi, stile Amèlie ad altrettanti momenti allucinatori, genereTrainspotting.
L’obiettivo è far entrare lo spettatore nel complesso e simbiotico modo delle gemelle silenziose. Per una quasi totale visione in soggettiva attraverso gli occhi delle ragazze. Ma non sempre il risultato è raggiunto. Un plauso particolare va alle due brillanti interpreti: Letitia Wright e Tamara Lawrance, rispettivamente dive di Black Panthers e la serie Kindred.
Il libro di Marjorie Wallace, Le gemelle che non parlavano è stato tradotto in Italia da Adelphi. Vedremo se arriverà anche il film.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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