“Ostaggi” della giustizia che non c’è. Al film di Eleonora Ivone il nuovo “Premio Autori”
Appuntamento l’ 11 gennaio al Teatro Marconi di Roma per il Premio Autori che sarà assegnato al film “Ostaggi” di Eleonora Ivone, ispirato alla commedia di Angelo Longoni. Il nuovo riconoscimento, ideato dalla Federazione AUT-Autori e qui al suo numero 0, nasce per premiare gli adattamnti cinematografici o tv da opere teatrali. Come questo tragi-comico film sulla bell’Italia dove i malviventi si coltivano come fiori speciali armati ormai non di cannoni o pistole, ma di una semplice minaccia: “Fammi causa!”…
Cena con avvocato probabilmente pure amico, visto che si danno del tu.
Quanti di noi ci si sono trovati nei panni di quel poveraccio, in questo caso imprenditore con 30 operai che non sa come pagare perché scannato da esorbitanti spese legali per difendersi da richieste dello Stato che ha pure perso la causa, ma non paga, insomma uno come Marco (Gianmarco Tognazzi) che ha vinto e ha, come unica surreale uscita, proposta dall’avvocato, d’intentarne un’altra, di causa, per essere pagato?
Credo non pochi in questa bell’Italia dove sappiamo quasi tutti che i malviventi si coltivano come fiori speciali armati ormai non di cannoni o pistole, ma di una semplice minaccia: “Fammi causa!”.
Dunque nessuno stupore, ma commossa, autobiografica partecipazione per l’incipit di questo Ostaggi, tragi-comico film, tratto da una commedia scritta dal milanese Angelo Longoni, presentata al San Babila nel 2018, e ben diretto per il cinema da sua moglie, Eleonora Ivone, che qui si riserva anche il classico ruolo di chi, nei classici film o telefilm americani e non solo, compete in indagini o soluzione dei problemi con la Polizia.
Stavolta il duro battibecco e la battaglia è tra la bella ed elegante psicologa negoziatrice e il vecchio poliziotto sciamannato e maschilista (Alessandro Haber).
Che fa allora, dopo l’incipit, il poveretto squattrinato, mollato per questo anche dalla moglie, dopo aver accompagnato le due figlie forse a scuola? Quello che primo o poi passa per la testa a tutti quelli che hanno problemi con l’Ingiustizia: mi difendo da solo, violo anch’io la Legge. In questo caso lui tenta una rapina.
E gli ostaggi del titolo sono i quattro, già stanchi da prima mattina – per quel che offre la città e la vita di questi giorni – che si ritrova nella panetteria dove lui si rifugia inseguito dalla Polizia.
Armato come un deputato a Capodanno, Marco minaccia il panettiere razzista (Francesco Pannofino), la conciliante vecchietta cardiopatica (Elena Cotta), il vu’ cumprà filosofo ma senza documenti (Jonis Bascir) e la bella e pungente donna di piacere (Vanessa Incontrada). Tutti bravissimi, ma soprattuto la Incontrada.
In due piccoli ruoli, la figlia più grande è Andrea Viola, la vera figlia di Tognazzi, mentre Cesare Bacci è l’avvocato che nessuno vorrebbe avere. Anche se, a dire il vero, il fatto che la prima causa l’abbia vinta in due anni, sembra un record del tutto inusuale.
Il film girato in Calabria, prodotto e distribuito da Fenix Entretainment e proposto da maggio del 2021 da Sky e Netflix, l’11 gennaio al Teatro Marconi di Roma riceverà il Premio Autori. Si tratta di una prima edizione, un numero 0 del riconoscimento ideato dalla Federazione AUT-Autori per premiare gli adattamnti cinematografici o tv da opere teatrali. Il riconoscimento nasce nell’ambito del premio Cendic per la drammaturgia.
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