Ottant’anni da Bugs Bunny. Il coniglio (a cartoon) che ha fatto la guerra (anche) contro i nippo

80 anni da coniglio sprezzante, beffardo e con l’accento incrociato tra quello del Bronx e quello di Brooklin. È Bugs Bunny il coniglio più longevo e famoso dei cartoon. Così celebre che dopo l’attacco di Pearl Harbour viene arruolato dalla propaganda bellica americana contro Hitler, Mussolini ma sopattutto contro i nippo (vedi Bugs Bunny nips the Nips) diventando una vera e propria mascotte dell’esercito, congedato con il grado di Sergente Onorario dei Marines. Ma i tempi cambiano e per effetto delle campagne contro il possesso di armi negli Stati Uniti la Looney Tunes ha deciso di disarmare tutti i suoi cartoon ….

Il 27 luglio del 1940 nasceva negli Stati Uniti il coniglio più strafottente, cinico e longevo della storia Bugs Bunny, che nei suoi 80 anni di vita ha fatto solo due cose: sgranocchiare carote e far impazzire Elmer J. Fudd, l’indomito e inconcludente patatone cacciatore che per noi è e sempre sarà Taddeo. L’assonanza Taddeo/babbeo non può essere casuale.

La data di nascita viene fissata al momento dell’uscita del cartone Warner A wild hare, nel quale Bunny appare nelle sembianze tramandate fino ad oggi. Tex Havery, guru dei cartoon Warner, ha definito i caratteri di Bugs Bunny: un coniglio sprezzante, beffardo e con l’accento incrociato tra quello del Bronx e quello di Brooklin, inventato e interpretato da quel genio di Mel Blanc, voce di decine di personaggi disegnati per lo schermo. A conferma della follia e capacità vocale di Blanc va ricordata la surreale trasposizione radiofonica di A wild hare.

Non viene nemmeno nascosta la deferenza di Bunny per Groucho Marx, tanto da rubargli il sigaro trasformato in carota, ma impugnata allo stesso modo, e il tormentone “Naturalmente, ti rendi conto che questo significa guerra” pronunciato ogni qual volta iniziano le scaramucce con l’avversario di turno.

Tuttavia già nel ’38 si era vista, in Porky’s hare hunt, una battuta di caccia a conigli selvatici devastatori delle coltivazioni e divoratori dei raccolti capeggiati da un coniglio pestifero. La bestiaccia si prendeva gioco di un ingenuo maialino armato di doppietta a difesa dei suoi campi, ribaltando di gag in gag i ruoli tra vittima e carnefice.

Ma l’eterna lotta tra Taddeo e Bunny, di lì a poco, doveva subire una forzata pausa a causa del proditorio attacco giapponese a Pearl Harbour. Attacco che produsse da un lato sdegno e sconcerto nel popolo americano e, sul fronte della reazione all’onta, la mobilitazione generale, cartoni compresi. Messi da parte gli storici nemici, Yosemite Sam, Taddeo, Will E. Coyote (quelli per i quali abbiamo sempre tifato, in fondo), il coniglio parte per il fronte, arruolato nelle fila della propaganda bellica americana dove gli scontri e gli sbertucciamenti vedono il nostro “Wabbit” darle di santa ragione e avere la meglio di Hitler come di Mussolini e gerarchi vari. Ma è contro i giapponesi che darà il “meglio” nel cartoon del 1944, Bugs Bunny nips the Nips, dove Nips starebbe per slang dispregiativo di Nippons.

Bugs Bunny diventò così mascotte di molti reparti e corpi militari, la sua immagine dipinta sulle fusoliere di bombardieri con l’intento di irridere il nemico nella realtà, così come il coniglio sulla pellicola.

Per i servigi resi alla nazione e al sostegno offerto allo sforzo bellico, che ci crediate o meno, è stato congedato con il grado di Sergente Onorario dei Marines. Sgt. Bugs Bunny!

Alla fine del conflitto Bugs Bunny nips the Nips è stato ritirato dalla distribuzione a seguito delle proteste della comunità nippo-americana, che già aveva dovuto patire nei campi di concentramento allestiti dagli USA dopo Pearl Harbour.
Proteste non fuori luogo a causa degli estremamente offensivi stereotipi coi quali si rappresentano i giapponesi: di piccola statura e coi dentoni che sporgono dalle labbra, occhialoni dalla pesante montatura nera che incornicia occhi piccoli e a mandorla, nella più classica iconografia denigratoria. E non è da meno il disprezzo espresso nei dialoghi: “ecco a te, faccia di scimmia!” o “prendi, occhi da assassino!”.

Con la fine della guerra il coniglio torna alla vita e alle scorribande di sempre e col consueto gradimento di pubblico. Fino ad oggi una vecchiaia tranquilla per Bunny, sembrerebbe… e invece no!  Per effetto delle campagne contro il possesso di armi negli Stati Uniti la Looney Tunes ha preso una decisione storica: niente più armi da fuoco. Decisione paradossale, visto che i cartoni Looney Tunes si basano esclusivamente sul conflitto, e ancora paradossale è che a farne le spese non è Bunny, l’eterno bullo vincente, ma Taddeo che viene privato di quella doppietta con la quale non ha mai combinato nulla né fatto male a nessuno, se non a se stesso. Il comunicato parla chiaro: “Non più fucili e pistole ma sono fortunatamente ammessi i candelotti di dinamite, le trappole più elaborate, gli incudini e le casseforti che cadono in testa, nonché tutta la ferramenta del catalogo Acme”.

That’s all folks!

Vedi qui il cartoon Bugs Bunny nips the Nips