Sbagliando s’inventa. Quel maestro senza “Quore” nel corto animato dalla fantasia di Rodari


“Sbagliando s’inventa”. Questo è il proverbio – ripensato con grande intelligenza da Gianni Rodari ne La Grammatica della fantasia (Einaudi, 2010)– che fa da guida a Un Quore sbagliato, corto di animazione in stop motion scritto e diretto da Elena Tham Basilico, Chiara Loaicono e Nicoletta Manno, ispirato a Il libro degli errori dello scrittore di Omegna (Einaudi, 2011). Il breve film – nato come progetto di tesi delle tre studentesse del corso di Animazione e Illustrazione di IED Milano– fa parte delle opere selezionate per la mostra virtuale IED Amaze Project –, ed è risultato tra i vincitori dell’ultima edizione del Premio Giuseppe Laganà.

Un errore ortografico – insegna Rodari –  può dischiudere mondi incredibili: perché allora non esplorarli, improvvisandosi “turisti della fantasia”, piuttosto che cancellarli dalle geografie del possibile?

Ed è proprio grazie a questa suggestione che il piccolo protagonista di Un Quore sbagliato, a capo chino di fronte al temibile maestro con immancabili occhiali e penna rossa alla mano, precipita letteralmente in una realtà fantastica, creata dalle parole sbagliate del suo dettato.

In un’atmosfera a La bella e la bestia, ci imbattiamo allora in “caffeteiere” e “nobili da ufficio”: cassettoni, poltrone e tavolini, con tanto di monocolo e parrucche settecentesche, mentre tra di loro scodinzola un “ane” senza testa, alla ricerca della “C” perduta.

Sono proprio questi simpatici personaggi – realizzati con grande ironia ed estrema cura artigianale dei dettagli – a insegnare la lezione fondamentale a questo studente alle prime armi: gli errori ortografici sono spesso innocui, e per questo possono dar luogo a storie divertenti ed istruttive. Peggiori sono invece quelli commessi dagli adulti, che con un’educazione e dei metodi troppo rigidi, finiscono per trasformare il processo dell’apprendimento in un vero e proprio incubo per i loro alunni.

È questo il caso del maestro senza cuore del cortometraggio, anzi, con il “Quore malato”, perché – come spiega Rodari –, il “quore” è senz’altro un cuore che “ha bisogno di vitamina C”. Soltanto accorgendosi di questo banale errore di scrittura, il giovane scolaro riesce a mettersi in salvo dalle sue paure, restituendo all’insegnante quella delicatezza assente nel primo approccio alla correzione: la mano del maestro – dapprima ciecamente impegnata ad eliminare ogni svista ortografica – può tendersi ora in una più comprensiva carezza.

“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”, è questa la domanda pedagogica rodariana che le tre giovani autrici ripongono nel loro corto animato. In occasione del centesimo anniversario dalla nascita dello scrittore piemontese, Un Quore sbagliato ne raccoglie tutta la giocosa eredità e il prezioso insegnamento, dando vita in pochi minuti a quell’intero universo immaginativo che può celarsi in un semplice “errore creativo”.