Sette scrittori per un libertino. Andrea Adriatico col suo doc invoglia a rileggere Pier Vittorio Tondelli

Passato alla Festa di Roma “La solidutine è questa” il documentario del drammaturgo Andrea Adriatico dedicato all’opera e alla memoria di Pier Vittorio Tondelli. A ricostruire il suo percorso artistico, nonché le censure, sette scrittori impegnati a rileggere i suoi titoli, dal folgorante “Altri libertini” al suo più celebre “Camere separate”. E se c’è una cosa che fa bene questo doc è invogliare a leggere Tondelli …

Racconta Claudia Durastanti che ad Harvard si ritrovò circondata da una folla di giovanissimi studenti, provenienti dai punti più disparati del pianeta, che le chiedeva come fosse possibile che il più grande scrittore italiano fosse così bistrattato nelle traduzioni.

Avevano tutti, racconta, “quasi delle fanzine” con citazioni tradotte amatorialmente da Camere separate di Pier Vittorio Tondelli. L’aneddoto viene da La solitudine è questa, il doc di Andrea Adriatico dedicato allo scrittore emiliano, passato per gli schermi della Festa del Cinema di Roma.

Adriatico ha chiesto a sette scrittori di spiegare il “loro” Tondelli, assegnando a ciascuno un’opera della breve carriera del cantore degli anni Ottanta e della controcultura gay. Li intervista nei luoghi di ciascun libro, come se attraverso la geografia potesse entrare dentro le pagine.

Ci sono eccezioni però. Per il dirompente esordio dello scrittore, Altri libertini, sceglie il duomo de L’Aquila, la sua città natale, ma anche la città in cui si celebra il processo per “oscenità” di quei racconti di una gioventù bruciata che non si voleva vedere. È così, con il processo, che Adriatico ha scoperto Tondelli, racconta, e ha scelto di omaggiarlo in questo modo.

A raccontare l’esordio è Viola Di Grado. Gli altri scritti sono narrati in ordine cronologico: Alcide Pierantozzi racconta Pao pao, Alessio Forgione Rimini, Paolo di Paolo la sua sola opera teatrale, Dinner Party; poi ancora Angela Bubba su Un weekend postmoderno, Claudia Durastanti su Biglietti agli amici e infine Jonathan Bazzi sul romanzo più noto, Camere separate.

Piccoli stralci dei libri sono recitati da Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis, che indossano volta per volta magliette dedicate allo scrittore e devono farsi strada nel nero dello schermo, quasi a ogni apparizione.

L’idea è di non fare una narrazione concentrica, ma anzi muoversi a seconda della voce che parla, proprio come un racconto tondelliano. A volte confliggono anche, Di Paolo sostiene che come per Pasolini sia impossibile scindere l’anomalia di Tondelli dalla sua omosessualità (e noi, dobbiamo dire, siamo d’accordo con lui); Pierantozzi invece la giudica non essenziale.

Quello di La solitudine è questa può essere un formato molto valido per conoscere un autore, magari anche a livello scolastico. Ma proprio nelle scuole scrittori come Tondelli sono ben lontani da entrare, ostaggio come siamo di una visione culturale ammuffita. Ben vengano allora le eccezioni, perché se c’è una cosa che questo doc fa bene è invogliare a leggere Tondelli. E di questo c’è sempre bisogno.