Storia di Desiderio, volto femminile dei drammi shakespeariani. Nel film di Ruggero Cappuccio

Passato alla Festa di Roma “Shakespea Re di Napoli” di Ruggero Cappuccio che qui riadatta la sua omonima pièce in un film che vuole essere anticonvenzionale. Al centro della storia è Desiderio, misterioso personaggio femmineo e mascolino allo stesso tempo a cui Shakespeare dedicò una quantità di sonetti e che fu portato in Inghilterra per interpretare le tante Desdemona, Rosalinda e Giulietta. Perfetto sotto tanti aspetti il film, però, manca di una sua anima …

Prima di esprimere qualsiasi giudizio sul film diretto da Nadia Baldi e Ruggero Cappuccio Shakespea Re di Napoli, presentato alla Festa del Cinema di Roma, va dato atto ai registi di un coraggio fuori dal comune.

Scegliere di mettere in scena un soggetto di impianto tipicamente teatrale, ispirato a un autore impegnativo come il bardo di Stratford on Avon trasferendolo in una Napoli trasfigurata e fuori dal tempo, comporta tutti i rischi di un’operazione sperimentale che non va certo incontro ai gusti correnti, specie a un pubblico giovane abituato alla leggerezza com’è quello di oggi.

Ciò premesso, il film si incentra sulla figura di Desiderio, misterioso personaggio femmineo e mascolino allo stesso tempo (interpretato da Emanuele Zappariello) a cui Shakespeare dedicò una quantità di sonetti e che fu portato in Inghilterra per interpretare ruoli femminili – Viola, Desdemona, Rosalinda e Giulietta – nei drammi shakespeariani.

Tornato a Napoli dopo una perigliosa navigazione Desiderio ormai maturo (Alessandro Preziosi) incontra un vecchio sodale con cui aveva condiviso il mestiere di saltimbanco (uno straordinario Giovanni Esposito) e con lui inizia una specie di cammino senza meta e denso di rimembranze – una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un viceré e l’ombra stessa di Shakespeare – lungo le rive di un fiume. Il cammino si conclude in una spiaggia deserta davanti al mare in tempesta.

Film bilingue che accosta la cultura e l’idioma napoletano al teatro elisabettiano, e che perciò necessita di sottotitoli in inglese e in italiano, Shakespea Re di Napoli è la traduzione cinematografica di un’opera teatrale dello stesso Ruggero Cappuccio. Dal punto di vista delle immagini, della musica, del montaggio, delle scenografie, degli scenari e della recitazione il film è perfetto.

Che cosa gli manca, allora? Probabilmente quel tanto di anima che nei film è capace di immergere lo spettatore nel sogno (non da intendere il mondo dei sogni come in questo caso), facendolo identificare con i personaggi che sfilano sullo schermo e coi loro sentimenti.

Contribuisce a rendere impalpabile il film la scelta di affidare il ruolo del protagonista, del Desiderio maturo, a un attore bravo, bello, persino napoletano verace ma inesorabilmente e inguaribilmente televisivo, seriale e contemporaneo, come Alessandro Preziosi.