Tutta la sua Africa. Addio Wilbur Smith signore dell’avventura tra libri e cinema
Il suo nome è stato sempre sinonimo di avventura. Per i suoi 49 bestseller venduti in 140 milioni di copie in tutto il mondo e per i film e serie tv che a quei suoi titoli si sono ispirati.
È morto il 13 novembre a Cape Town, in Sudafrica, Wilbur Smith uno degli scrittori più famosi e prolifici al mondo. Aveva 88 anni e una carriera lunga oltre mezzo secolo: «So che i critici considerano i miei libri roba da aeroporto, tascabili da consumare in volo e dimenticare sul sedile, ma se continuo a scrivere, a 88 anni, è per il piacere che mi prende all’inizio di un nuovo romanzo, il gusto dell’avventura» raccontava lui stesso in una recente intervista.
Ad amarlo infatti è stato soprattuto il pubblico. Il suo pubblico che nel mondo l’ha letto in trenta lingue diverse. La sua serie più venduta Courtney, la più lunga nella storia dell’editoria, segue le avventure della famiglia Courtney in tutto il mondo, attraversando generazioni e tre secoli, attraverso periodi critici dall’alba dell’Africa coloniale alla guerra civile americana e all’era dell’Apartheid in Sud Africa.
Nato il 9 gennaio del 1933, a Broken Hill, allora colonia britannica della Rhodesia del Nord, dove cominciò facendo il poliziotto, Wilbur Smith lasciò l’uniforme per non perpetrare l’ingiustizia e la sopraffazione dei bianchi sui neri. Nei suoi romanzi ha trasportato i suoi lettori nelle miniere d’oro in Sud Africa, tra i pirati nell’Oceano Indiano, tra tesori sepolti nelle isole tropicali, nel conflitto in Arabia e Khartoum, antico Egitto, Germania e Parigi della seconda guerra mondiale, l’India, le Americhe e l’Antartico, incontrando spietati commercianti di diamanti e schiavi e cacciatori di selvaggina grossa nelle giungle e nella boscaglia delle terre selvagge africane.
Il suo primo successo, Il destino del leone nel 1964 contiene già gli ingredienti che lo renderanno popolare presso il suo pubblico, facendolo detestare ai critici: scenari africani, saghe familiari, guerre locali, caccia, armi, amori e ingiustizie ai danni degli zulu costretti a cedere ai bianchi allevamenti e terre, in un perenne scontro tra bene e male, uomo e natura.
Ci vuole poco perché il cinema più spettacolare e d’avventura, soprattutto quello coloniale, cominci il “saccheggio” dei suoi romanzi. È del ’67 Buio oltre il sole (nelle foto) di un veterano del genere come Jack Cardiff, tratto da L’ombra del sole (Longanesi) in cui nel Congo appena indipendente si avvicendano traffici di diamanti e assalti di ribelli, con l’eroe-mercenario (Rod Taylor) che risolve tutto.
Di miniere sudafricane e speculazioni internazionali con cattivoni in agguato racconta Gold – Il segno del potere (1974) di Peter Hunt e con Roger Moore, dal best seller Una vena d’odio del 1970 e pubblicato in Italia da Mondadori nel ’79. Ancora di rivalità tra fratelli, sete di potere e caccia ai diamanti del Sudafrica racconta The Kingfisher Caper di Dirk de Villiers ispirato a Cacciatore di diamanti.
Ci rivedremo all’inferno (1976) ancora una volta del britannico Peter Hunt e ispirato all’omonimo romanzo bellico di Wilbyr Smith è ambientato durante la Grande guerra sul fronte dell’Africa Orientale tedesca. Lo stesso Hunt aveva già diretto (nel ’72) The Last Lion scritto da Smith appositamente per il cinema e solo succesivamente trasformato in romanzo.
Non mancano poi le serie tv, da La motagna dei diamanti (1991) alla più recenteThe Diamond Hunters del 2001. Tra film, royalties a pioggia e best seller Wilbur Smith ha potuto comprarsi un’isola privata alle Seychelles. Anche se il suo rifugio preferito è sempre rimasta Città del Capo: «Qui il tempo è meraviglioso e amo vedere il mare».
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