Uomini che non odiano le donne. Un altro mondo maschile è possibile nel doc di Paola Sangiovanni su Rai3

In onda il 13 luglio su Rai3 in prima serata “Nel cerchio degli uomini” il nuovo documentario di Paola Sangiovanni. A partire dall’associazione torinese una riflessione di gruppo su come superare dall’interno il patriarcato e i suoi stereotipi, attraverso l’azione degli stessi uomini. Tra ironia, fragilità e intimità, una bella boccata di ossigeno da respirare a fondo. Soprattutto di questi tempi…

Uomini che non odiano le donne. Che sarebbe poi la normalità auspicabile se non fossimo tornati in tempi in cui nulla si può più dare per scontato. Soprattutto all’interno delle stesse istituzioni.

Uomini che sul loro rapporto col femminile, invece, si interrogano e molto. Tanto da immaginare un possibile scardinamento, meglio superamento del patriarcato proprio dall’interno. Da parte cioè di quel maschile che costituisce l’insormontabile modello culturale dominante. Uomini, infine, che non nascondono di aver agito violenza e che cercano di “disintossicarsi” per non ricadere più nella spirale della mano alzata, dello spintone, delle urla, delle botte.

È un altro mondo possibile, insomma quello che racconta Nel cerchio degli uomini, il nuovo documentario di Paola Sangiovanni in onda il 13 luglio (ore 21.20) su Rai3. Punto di partenza è l’associazione torinese – che da il titolo – che da oltre vent’anni offre una diversa prospettiva nell’intendere il maschile. La sua mission – si legge nel sito – ” è la costruzione di una società dove uomini e donne possano vivere insieme nel reciproco rispetto, riconoscendo le proprie differenze ma con gli stessi diritti e gli stessi doveri, nella sfera pubblica come in quella privata”.

L’ingresso di Paola Sangiovanni ne Il cerchio degli uomini del resto non è casuale. Ma è un tassello ulteriore del suo attento e mai semplicistico percorso artistico attraverso il cinema del reale dalla parte delle donne (e della storia). Dall’esperienza resistenziale (Staffette) alle più dichiarate lotte del femminismo (Ragazze la vita trema) passando per quella Linea sottile, per dirla col titolo del suo doc più recente, capace di trasformare in torturatore e stupratore l’ex parà di leva in “missione di pace” in Somalia vent’anni prima. Che si racconta nella sua mascolinità tossica di ragazzo esaltato, violento, osservante delle leggi del branco.

Di consapevolezza e quindi rifiuto di certe dinamiche raccontano, invece, Roberto, Domenico, Mario, alcuni degli uomini de Il cerchio. Paola Sangiovanni, con rispettosa discrezione, li ha seguiti per molti anni potendo ora rimandarci con naturalezza quelle lunghe sedute di autocoscienza tutte al maschile. Di giovani papà magari volenterosi nel non percorerre gli stessi comportamenti dei loro padri troppo spesso assenti o peggio violenti. Di uomini che raccontano del senso di impotenza di fronte alla scelta di libertà di non portare a termine la gravidanze delle loro compagne. O, ancora, la più diffusa, la violenza di fronte all’abbandono.

Uomini insomma che si confrontano sulla sessualità, l’intimità,  sulle loro debolezze, sulle fragilità profonde in antitesi esatta coi modelli dominanti che attribuiscono al maschile forza, decisione, coraggio così come riferiscono le ragazze e i ragazzi delle scuole dove l’Associazione torinese conduce i suoi corsi contro gli stereotipi di genere.

Stereotipi così duri a morire persino attraverso il linguaggio del corpo che i nostri protagonisti sono chiamati a mettere in discussione durante lo spettacolo teatrale che apre e chiude il documentario, strappando anche qualche sonora risata. È un bel flusso di coscienza, insomma, quello che propone con delicatezza e serietà Nel cerchio degli uomini. Che incuriosisce, a tratti emoziona, sorprende. È una bella boccata di ossigeno da respirare a fondo. Soprattutto di questi tempi. Produce la Kon-Tiki Film di Andrea Porporati, Daniele Vicari e Francesca Zanza in collaborazione con Rai Documentari. Per una volta che la Rai fa davvero il servizio pubblico, non perdetelo.