Dopo Cannes (nel 2018) Cate Blanchett presidente di giuria a Venezia 2020

 


Cate Blanchett presiederà la Giuria della settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (dal 2 al 12 settembre 2020). Sarà dunque l’attrice e produttrice australiana, insieme ad altri sei nomi del cinema e della cultura di differenti paesi, ad assegnare i premi più ambiti della competizione, tra cui il Leone d’Oro per il miglior film.

La Blanchett ha affermato di considerare «un privilegio e un piacere» questa nomina: «Ogni anno attendo la selezione di Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole. Venezia è uno dei festival di cinema più suggestivi al mondo – una celebrazione di quel mezzo provocatorio e stimolante che è il cinema in tutte le sue forme».

Nel 2018 la diva è stata anche presidente di giuria del Festival di Cannes.

L’attrice vanta un curriculum artistico tra i più densi e prestigiosi, spaziando dal teatro alla video-arte (nel 2015 è stata protagonista dell’installazione-film d’avanguardia Manifesto, di Julian Rosefeldt), passando naturalmente per il cinema, dove ha incarnato con notevole versatilità personaggi intensi e sfaccettati.

Tra questi ultimi, solo per fare qualche esempio, ricordiamo la regina Elisabetta I nei film Elizabeth (1998, performance che le valse il primo Golden Globe) e Elizabeth: The Golden Age (2007), la protagonista di Blue Jasmine (2013, Oscar e Golden Globe) e persino uno degli alter ego di Bob Dylan in Io non sono qui (2007): quest’ultima parte le è valsa proprio la Coppa Volpi a Venezia.

Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra di Venezia, ha ricordato però, oltre all’«immenso talento», all’«intelligenza unica» e alla «sincera passione per il cinema» dell’attrice, anche il suo impegno «umanitario e a sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi pienamente con i pregiudizi maschilisti».

Tra le altre cose, infatti, Cate Blanchett è anche Global Goodwill Ambassador per l’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Proprio al tema delle migrazioni (con particolare riferimento alle controverse politiche del suo Paese natale in materia) è dedicata anche la serie Stateless (attesa per quest’anno), di cui la Blanchett è produttrice esecutiva.