Venezia 77 gli adattamenti (e non solo) dell’edizione “ridotta” (ma salva). Da Gavino Ledda a Emma Dante

Quattro italiani in concorso: “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante dalla sua stessa pièce, “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli, “Padrenostro” di Claudio Noce e “Notturno” di Gianfranco Rosi girato in Medio Oriente. Numerosi adattamenti, dall’apertura nel segno di Starnone con “Lacci” di Luchetti, il letterario nuovo film di Mereu con Gavino Ledda attore, il teatrale Amants della francese Nicole Garcia e fuori concorso anche “Love after Love” della “leonessa” Ann Hui. Venezia 77, quella della ripartenza, ha annunciato il suo cartellone …

Svelati i titoli dell’edizione «eccezionale» (come l’ha definita il Direttore Alberto Barbera) della Mostra del Cinema di Venezia, la settantasettesima e (soprattutto) la prima dell’era Covid-19. “Eccezionale”, allora, significa anche, inevitabilmente, «in scala un po’ ridotta», come ammette Barbera (affiancato dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto) alla diretta (streaming) di presentazione del 28 luglio: e però, malgrado tutto, «il cuore della Mostra è salvo». Un cuore fatto di 60 lungometraggi (e quindici corti) da tutto il mondo (nessun temuto «festival autarchico», ha rassicurato Barbera), tra cui figurano graditi ritorni, esordi promettenti e diversi adattamenti.

Fra questi ultimi, oltre al già annunciato film d’apertura (fuori concorso) Lacci di Daniele Luchetti (dal romanzo omonimo di Domenico Starnone) e (in concorso) al terzo lungometraggio della regista cinese (e astro nascente dell’indie statunitense) Chloé Zhao, Nomadland (con Frances McDormand, ispirato al libro-inchiesta della giornalista Jessica Bruder), c’è fuori concorso Assandira (di Salvatore Mereu), dal romanzo omonimo di Giulio Angioni (Sellerio): una parabola fra tradizione e modernità che rovescia la dinamica del Padre padrone e affida (non a caso) il ruolo del protagonista proprio all’autore del celebre romanzo trasposto dai Taviani, Gavino Ledda.

Fuori concorso anche Love after Love, di un Leone d’Oro alla carriera di quest’anno, Ann Hui: l’acclamata regista hongkonghese dirige un melodramma tratto da un racconto (Aloeswood Incense, contenuto nella raccolta Love in a Fallen City, edita in inglese da Penguin Book) della scrittrice Eileen Chang, alias Zhang Ailing, autrice di Lussuria, da cui Ang Lee trasse l’omonimo film Leone d’Oro nel 2007.

Altri adattamenti sono quelli da opere teatrali: uno, in concorso, è Le sorelle Macaluso, della regista teatrale Emma Dante (di nuovo a Venezia sette anni dopo Via Castellana Bandiera), che dirige (e scrive, con Elena Stancanelli e Giorgio Vasta) il film tratto dal suo testo omonimo, in cui (attraverso una vicenda che coinvolge tre generazioni di donne) confluiscono tutti i temi a lei più cari, dalla forza intensa e dolorosa dei legami familiari al delicato confine tra vita e morte. Il film sarà distribuito nelle sale italiane dal 10 settembre per Teodora Film. Sempre in concorso, e ancora da un’opera teatrale, abbiamo Amants, della francese Nicole Garcia, anche lei al lavoro su un proprio testo, incentrato su un triangolo amoroso che imboccherà la via del thriller: protagonista il terzetto d’attori Stacky Martin, Benoit Magimel e Pier Niney.

E ci sono i film che alla letteratura, in un modo o nell’altro, richiamano: il doc Guerra e pace (sezione Orizzonti), della coppia Martina Parenti e Massimo D’Anolfi, che riprendendo il titolo del capolavoro di Tolstoj indagano la (nostra) guerra mettendo a confronto la prospettiva delle istituzioni (il Ministero degli Esteri italiano e le sue sedi diplomatiche) con i materiali d’archivio dell’Istituto Luce, della Cineteca Italiana, della Croce Rossa Internazionale e dell’Ecpad (agenzia del Ministero della Difesa francese) sui conflitti del Novecento.

C’è anche (in competizione) l’iraniano Khorshid, di Majid Majidi: dove, ha anticipato Barbera, potremo scoprire echi del Dickens di Oliver Twist; e ci sono almeno due titoli dal sapore pasoliniano: Never Gonna Snow Again (di Malgorzata Szumowska e Michal Englert, tra i contendenti per il Leone d’Oro), che potrà ricordarci Teorema nella visita di un massaggiatore agli ospiti di un compound di villette di lusso; e, in proiezione speciale fuori concorso, Omelia contadina, diretto da Alice Rorwhacher insieme all’artista JR: doc dalla parte dei contadini (nell’altopiano dell’Alfina) e del loro patrimonio culturale che sta scomparendo.

Fuori dai rimandi alla letteratura, diversi titoli attesi quanto interessanti, italiani e internazionali. Tra i primi c’è (in concorso) il ritorno di Gianfranco Rosi (già Leone d’Oro con Sacro GRA), col suo nuovo film Notturno, tre anni di lavorazione tra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano per focalizzarne non i combattimenti ma le loro ripercussioni sui luoghi e soprattutto persone. Confermato poi il nuovo lavoro di Susanna Nicchiarelli, Miss Marx (anche nelle sale dal 17 settembre con 01), sulla brillante intellettuale femminista figlia del filosofo.

Particolare curiosità in Orizzonti per il nuovo film di Uberto Pasolini (già premiato in questa sezione nel 2013 per Still Life), Nowhere Special (su un padre in cerca di una famiglia per il figlio di cui presto non potrà più occuparsi), nonché per l’esordio I predatori (di Pietro Castellitto, anche nel cast insieme a Massimo Popolizio, Anita Caprioli e Vinicio Marchioni), incontro-scontro tra due famiglie opposte per estrazione sociale (e ideologica) nella Roma crudele di oggi.

Chiuderà Venezia 77 un altro italiano, Lasciami andare (di Stefano Mordini), dramma-thriller psicologico a più voci con una squadra di attori che include Stefano Accorsi, Valeria Golino e Maya Sansa. A proposito di attori, in concorso c’è anche Pierfrancesco Favino tra gli interpreti di Padrenostro (di Claudio Noce). Tra i doc fuori concorso anche l’omaggio a Fellini La verità su ‘La dolce vita’ (di Giuseppe Pedersoli) e Paolo Conte, via con me (di Giorgio Verdelli), sul cantautore che sarà anche protagonista di una serata speciale veneziana l’11 settembre.

Tra gli attesi ritorni internazionali, invece, ci sono in concorso Andrei Konchalovsky con Cari compagni! (uno sciopero represso nell’URSS di Breznev), Amos Gitai con Laila in Haifa (che prosegue la riflessione del regista sul tormentato rapporto tra israeliani e palestinesi). Ad Orizzonti il già Leone d’Oro Lav Diaz (con Lahi, Hayop) e fuori concorso Abel Ferrara, di nuovo col suo attore feticcio Willem Dafoe in Sportin’ Life.

Torna anche la Coppa Volpi (per The Queen) Helen Mirren, protagonista del nuovo film di Roger Michell The Duke, in anteprima fuori concorso e nel 2021 in sala con Bim. Ad essere spostata online sarà la sezione Venice VR Expanded, dove vedremo il corto Vajont della giovane regista e artista visiva Iolanda Di Bonaventura, già vincitrice di Bookciak, Azione! 2013.

Tutto o quasi tutto pronto, insomma (altri titoli, fa sapere Barbera, potrebbero aggiungersi nei prossimi giorni), per questa edizione di Venezia che ha come immagine (ricavata dalla sigla del 2019) i trapezisti disegnati dal regista-animatore de La famosa invasione degli orsi in Sicilia Lorenzo Mattotti (già presidente di giuria di Bookciak, Azione! 2019): emblema di una Biennale Cinema che, come ricorda su tutti il film in pre-apertura Molecole (di Andrea Segre), porta su di sé i segni del difficile momento storico, ma anche la volontà di reagire ad esso.