Venice Days tra cinema, danza, teatro, letteratura e animazione

Edizione crossmediale la numero 12 delle Giornate degli Autori 2015. Pre-apertura il primo settembre con Bookciak, Azione!, poi l’Odin Teatret di Eugenio Barba, Istambul di Orhan Pamuk, i ritmi argentini di Carlos Saura, i disegni di “Bangland“… e tanta Italia con Celestini, Marra e l’esordiente Carlo Lavagna…

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Se c’è un luogo del Festival di Venezia dove si continua a sperimentare, a incrociare linguaggi e a battere nuove vie del cinema questo è sicuramente le Giornate degli Autori, sezione autonoma della Mostra promossa dall’Anac e dai 100 Autori, sotto la direzione di Giorgio Gosetti.

Quest’anno, infatti, la sua vocazione crossmediale si fa più evidente toccando i più vari territori dell’arte, dalla letteratura alla danza e la musica, dall’animazione al teatro, a cominciare dalla serata di pre-apertura, il primo settembre, con la premiazione del concorso Bookciak, Azione!, dedicato all’incontro tra romanzi e cinema, con Gabriele Salvatores presidente di giuria, insieme a Wilma Labate, Teresa Marchesi e Gianluca Arcopinto.

Ed è proprio il produttore indipendente Arcopinto ad aver scommesso su Bangland, evento speciale dei Venice che porterà al cinema con la Pablo. Non un semplice cartone animato, ma un “esperimento creativo” nato nell’ambito dei Laboratori del Collettivo Mina, “cresciuti  a Scampia e di lì partiti verso Roma, Pescara, Firenze, Salento, Veneto, Sardegna, alla ricerca di nuovi talenti e di nuovi modi di narrare i territori del nostro paese con l’ausilio di chi i territori li vive”. Il film, realizzato da un giovanissimo gruppo di lavoro, dal regista Lorenzo Berghella ai coproduttori Alessandro e Cristiano Di Felice, è, infatti, il primo risultato del laboratorio di Pescara. Una storia “sovversiva” in cui si immagina un’America dispotica e violenta dove Stephen Spielberg, eletto presidente, dichiara guerra ad uno staterello africano, seminando il terrore e la psicosi contro il “nero terrorista”.

Al Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, invece, è dedicato Innocence of MemoriesOrhan Pamuk’s Museum and Istambul di Grant Gee, viaggio nell’incantata Istambul attraverso la voce del suo narratore. In particolare quel  “Museo dell’innocenza” creato dallo stesso scrittore in cui oggetti reali si sposano all’invenzione letteraria dei suoi romanzi.

Dell’utopia di Eugenio Barba, esponte di punta del teatro di ricerca, racconterà Il paese degli alberi che volano, Eugenio Barba e i giorni dell’Odin di Davide Barletti e Jacopo Quadri. Lo spunto una festa-spettacolo nella piccola città scandinava di Holstebro, dove la compagnia risiede da mezzo secolo. La riflessione sui rapporti tra cinema e teatro proseguirà l’11 settembre con l’incontro Le buone pratiche #2, a cura di Angelo Curti, Marina Fabbri e Oliviero Ponte di Pino.

Tango, Fado, Flamenco, insomma la cultura musicale che ha fatto da sfondo a tanto cinema di Carlos Saura, è al centro, poi, del suo ultimo Argentina: un viaggio nella storia di questo paese a ritmo di musica e danza. E ancora musica, ma stavolta ribelle, quella che racconta A paine j’ouvre les yeux della tunisina Leyla Bouzid che racconta le primavere arabe attraverso gli occhi una giovanissima cantante che si unisce ad una band di protesta, nella Tunisi del 2010.

Completano il concorso ben tre titoli italiani: Viva la sposa, ritorno al cinema di Ascanio Celestini con un racconto corale sull’Italia di oggi, vista dal quartiere di Cinecittà; Arianna, riflessione sull’identità sessuale, dell’esordiente Carlo Lavagna; La prima luce, storia autobiografica di Vincenzo Marra sulla separazione di una coppia tra Italia e Cile.